Lui, il presidente, ama i twitter e annuncia che il Jobs Act “va nella direzione di chi non ha lavoro ma conta già 40 anni d’età e che verrà presentato il 12 marzo” al Cdm, mentre per la scuola starebbe studiando i dossier inviati dai sindaci: Matteo@governo.it #lavoltabuona.
Per l’edilizia scolastica, dice la ministra Giannini, sarebbero “in calendario 700 interventi e abbiamo prorogato fino al 30 aprile i termini per la presentazione delle domande”, mentre per quanto riguarda i docenti “avrebbero diritto a retribuzioni di livello europeo”, ma non agli scatti di anzianità per sostituire i quali occorre “trovare strumenti per valorizzare le migliori professionalità”.
Relativamente al piano straordinario per le scuole da molte parti si dice, per esempio, che si dovrebbero riprogettare in coerenza con la didattica che cambia e funzionali al ruolo istituzionale che potrebbero avere, sia diventando di punto di incontro per i ragazzi e docenti al di là delle ore scolastiche, e sia anche come luogo di attività culturali all’interno del territorio dove insistono; ma dovrebbero pure essere esempio non solo di un piano di efficientamento energetico, così come ha segnalato Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, ma anche modello di coerenza urbanistica e di integrazione abitativa.
E non solo, è stata pure richiesta, nell’ambito programmatico per l’edilizia scolastica, la stabilizzazione immediata degli incentivi del 65% per il risparmio energetico e la prevenzione antisismica che, fra l’altro, creerebbe occupazione.
In ogni caso l’attenzione di vasti gruppi di docenti è rivolta al Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo e non solo per la faccenda “Quota 96”, ma anche per il reperimento delle risorse, la politica economica e lo stato dei conti italiani.
E proprio sulla faccenda dei conti, Renzi ha detto: “sui conti c’è poco da dire: è stato addirittura Saccomanni ad avvisarci che le cose stavano in un certo modo… dunque non capisco né gli attacchi né le ironie. Avevo dei nemici che mi attaccavano, ma lo sapevo e lo tenevo nel conto. Ma ora mi attaccano anche quelli che prima mi sostenevano: e onestamente non capisco sulla base di che, visto che non abbiamo ancora nemmeno cominciato”.
Ed è vero, non abbiamo ancora cominciato e le promesse si avviluppano, fomentando attese e speranze, ma anche paure e dubbi.
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