Ci sono pure le riforme della scuola e della pubblica amministrazione tra le cose fatte nel 2015 dal Governo e citate dal premier Matteo Renzi nella sua enews del 27 dicembre.
Il 2015 “ha visto l’approvazione di leggi attese da molto tempo. E spesso passate sotto silenzio. Dall’art. 18 alla legge elettorale, dalla tassa sulla prima casa all’Expo, dalla flessibilità al bicameralismo paritario, ci sono alcuni argomenti di cui i politici prima di noi hanno parlato per anni senza realizzare granché“, ha scritto il presidente del Consiglio.
“Vorrei mettere in fila i fatti. E mi piacerebbe che tutti potessero giudicare senza preconcetti o ideologie“, continua il presidente del Consiglio. Che quindi tocca vari punti.
“La disoccupazione è scesa dal 13,2% all’11,5 (ancora alta, ma in discesa, finalmente). E ci sono oltre trecentomila occupati in più. Molti sono contratti a tutela crescente”. E ancora: abbiamo “eliminato le tasse sulla prima casa, le tasse agricole e gli 80 euro sono anche per tutte le forze dell’ordine”.
Quindi è la volta dei comparti statali. “Un anno fa la riforma della Pubblica Amministrazione procedeva a rilento. Adesso è legge dello Stato. E i primi decreti di attuazione saranno all’attenzione del Consiglio dei Ministri a gennaio”.
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“Un anno fa la Buona Scuola era in fase di consultazione. Nonostante le polemiche siamo andati avanti e adesso migliaia di professori hanno la certezza di poter insegnare, educare, approfondire con i propri ragazzi”, tiene a dire il premier.
Poi la enews di Renzi si sposta sull’Europa. “Un anno fa chiedevamo flessibilità all’Unione Europea. Adesso la flessibilità fa parte delle regole e vale fino all’1% del PIL, per l’Italia oltre 16 miliardi di euro. – 13 Un anno fa rischiavamo di perdere miliardi di euro per i fondi europei, a cominciare da Pompei. Adesso abbiamo inaugurato sei domus e ci siamo dati appuntamento al 24 agosto 2017 per chiudere tutta la parte di restauro eccezionale”.
L’ultimo pensiero di Renzi è per il Meridione. “Un anno fa (anche meno) ci accusavano di esserci dimenticati il sud. Adesso si sono dimenticati delle loro critiche di allora. Perché nessuno ha mai fatto tanto per il Mezzogiorno come questo Governo: credito di imposta, Terra dei fuochi, Bagnoli, Ilva, Salerno Reggio Calabria, Continuità territoriale, Abruzzo post-sisma, Napoli Bari, tavoli di crisi. Si può discutere dei risultati, come sempre. Ma non si può negare che ci sia un impegno inedito per affrontare la questione Mezzogiorno. Ho segnato le prime quindici cose che mi sono venute in mente. Ma effettivamente l’elenco potrebbe essere molto più numeroso”.
La chiusura è per quel che si tenterà di fare nel 2016. “Siamo ancora in pista per i diritti civili (ius soli, civil partnership, servizio civile e terzo settore), per i decreti legislativi di attuazione alla riforme della Pubblica Amministrazione e della Scuola, per le misure di sostegno al credito. Ma la verità è che l’Italia non è più incagliata nelle secche, che la svolta in questo 2015 c’è stata”.
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