Matteo Renzi parla ancora una volta di scuola e istruzione: lo fa pure nel discorso di apertura, durato un’ora precisa, dal palco del Lingotto di Torino.
Aprendo la tre giorni torinese sul luogo dove un decennio fa era nato il Pd, davanti ad una platea affollatissima, l’ex premier ripercorre gli errori che hanno portato il suo Governo ad esaurire il suo mandato prima del tempo. Inevitabile, il ritorno alle conseguenze della Buona Scuola.
“Alcune delle riforme che abbiamo fatto non hanno funzionato. A cominciare dalla riforma della scuola”, ha ammesso Renzi.
Per poi aggiungere: “Pensavamo che investire tante risorse sull’istruzione fosse importante, le modalità con cui lo abbiamo fatto sono discutibili“.
Renzi, tuttavia, è già proiettato al futuro. L’idea di tornare al Governo non sembra dispiacergli. La ricetta è già pronta.
“Bisogna finanziare non più la disoccupazione ma le politiche per l’occupazione. Investire di più sulle politiche attive per il lavoro”.
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Ancora sulla formazione dei giovani. “Discutiamo anche dell’alternanza scuola lavoro che funziona in vari paesi: non è mercificare i nostri figli ma evitare che abbiano un futuro da disoccupati“, aggiunge.
“La questione che ci deve caratterizzare è l’art.1 della Carta Costituzionale. Non possiamo valorizzare i risultati del Jobs act perché c’è troppa gente che il lavoro non ce l’ha: l’Istat dice che il numero occupati è il più alto dal 2014. Il merito non è del governo ma degli italiani che ci hanno creduto, 7mila posti di lavoro non sarebbero stati possibili senza scommessa ardita di cambiare le regole del mercato del lavoro”.
Ma assieme ad una nuova politica del lavoro e annuncia la nascita di una scuola di politica: si chiamerà “Frattocchie 2.0”.
“Abbiamo bisogno di fare di più sulla formazione politica, evitare alcune improvvisazioni al potere. Domani Massimo Recalcati racconterà una straordinaria esperienza del Pd milanese che partirà dal 20 maggio, con una scuola di formazione politica che durerà per quattro mesi che offriamo al partito”.
Ci sarà poi “una scuola nazionale che dura nove mesi per duecento persone, giovani, che si impegnano nella cosa pubblica. E se ci vogliono prendere in giro con ‘Frattocchie 2.0’ lo facciano. C’è bisogno di studiare“.
Poi annuncia anche una piattaforma on-line di partecipazione che si chiamerà “Bob”, come Kennedy.
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