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Renzi: un prof bravo deve prendere di più, un prof meno bravo di meno. Chi lo giudica? Magari una commissione terza

“Le scuole creano Pil, posti di lavoro e ricchezza. C’hai un prof bravo? Deve prendere di più, c’hai un prof meno bravo? Deve prendere di meno“. Così Matteo Renzi (Italia Viva) intervistato dai ragazzi di Scuolazoo. “E lì tutti si incavolarono, io ho perso il consenso su questo – racconta, della sua esperienza di Governo -. Ma i prof sono quelli che ti cambiano la vita: ci sono prof che ti fanno innamorare di Manzoni o di Dante o di un’equazione, e la tua vita sarà diversa. Ecco, quelli bravi vanno pagati di più”.

Ma chi decide chi è più bravo? viene chiesto all’ex presidente del Consiglio, nella sua idea di buona scuola. “Questa è la cosa più difficile. La prima ipotesi è il dirigente scolastico. Ci sono dei Ds che decidono della carriera dei docenti, ma molti prof dicevano non voglio farmi giudicare dal preside. O altra ipotesi, una commissione terza. Certo, è complicatissimo decidere uno strumento. La politica è un’elaborazione mentale complessa”.

La buona scuola di Renzi

“Altro esempio l’alternanza scuola-lavoro – continua Matteo Renzi – e anche lì, la politica non è tutto bianco o tutto nero, la politica è una scala di grigi, l’alternanza scuola-lavoro è fatta di situazioni che funzionano benissimo e situazioni in cui i ragazzi perdono il loro tempo”.

Un dibattito incentrato su ciò che Renzi ha fatto nel suo Governo, più che sulle proposte del Terzo polo. “La 18 app? Nasce dall’idea che tu sia parte di una comunità. Una proposta nata dopo il Bataclan, per portare i ragazzi al teatro, per un senso di appartenenza”. Altro punto: edilizia scolastica. “Abbiamo fatto l’unità di missione, una struttura tecnica che si occupa di far funzionare le scuole – spiega il leader di Italia Viva – ma finché abbiamo delle scuole brutte non siamo credibili, la scuola dovrebbe essere il luogo più bello della comunità. L’investimento in edilizia scolastica dovrebbe essere il centro, lo Stato deve mettere più soldi e i ragazzi devono gestire meglio gli ambienti scolastici”.

I meme…

L’intervista si fa più leggera quando Matteo Renzi racconta con ironia da dove nasce l’espressione che sul web e sui social ha dato vita a numerosissimi meme, la sua celeberrima First reaction shock, because. “Il tentativo era spiegare alla Bbc la sorpresa per la vicenda della Brexit. Io mi sono diplomato nel 1993 al liceo classico di Firenze, uno dei più prestigiosi, senza fare mai un’ora di inglese – si giustifica l’ex presidente del Consiglio – al tempo ho fatto francese ma non una sola ora d’inglese, ora le cose fortunatamente sono diverse”.

Renzi studente

Infine, che tipo di studente era Matteo Renzi? “Al liceo mi sono diplomato col massimo dei voti perché feci un ottimo esame, nonostante una carriera non eccellente, in cui sono stato rimandato persino in Scienze al classico. All’università, mi vergogno pure a dirlo, ho preso 109, mentre mi aspettavo la lode. Durante l’esame che faccio? Mi metto a litigare con la commissione. Ero convinto di avere fatto una grande prova e invece non solo non mi diedero la lode ma neanche il 110”.

Carla Virzì

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