Mentre alla Camera si lavora per il varo della legge su “La Buona scuola”, il premier Matteo Renzi ha visitato gli edifici del Cern che ospitano l’esperimento Atlas, uno dei due che ha portato alla scoperta del Bosone di Higgs, e il tunnel dell’acceleratore di particelle Lhc. La visita di Renzi si è svolta in compagnia, tra gli altri, del premio Nobel per la fisica e senatore a vita Carlo Rubbia, del fisico Antonino Zichichi, di Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e di Sergio Bertolucci, che è direttore della ricerca e del computing del Cern. Dopo la visita il Presidente del Consiglio ha tenuto Il seguente discorso: “Qui al Cern hanno avuto la bontà di spiegarmi come funzionano le cose e non ho capito tutto, ma capisco che qui c’è l’Europa che ci piace e che funziona, che innova guardando al futuro e prova a fare della scienza l’occasione per costruire un pezzo di quel futuro.
Quanto fatto al Cern è il punto più avanzato nel mondo e dimostra che qui c’è l’Europa inclusiva, larga, con contributi degli Stati Uniti, della Russia e della Cina, che ha il coraggio di costruire un domani fatto di curiosità e non di paure. E’ importantissimo essere qui ed essere orgogliosi del lavoro degli italiani: smettiamola di piangerci addosso, certo c’è bisogno di investire di più nella ricerca con un’organizzazione diversa e più efficace, ma abbiamo delle grandi eccellenze e le eccellenze italiane vanno preservate, difese, valorizzate. Voi siete cruciali nel nostro Paese molto più importanti delle discussioni di corrente nei partiti…
Al Cern c’è l’Europa che ci piace, che funziona, che profuma di futuro.
E anche per questo dobbiamo impegnarci a far sì che le nostre università possano sempre premiare più il merito, mettendoci qualche soldo in più e qualche regola in meno perché le bardature burocratiche uccidono. Poi magari se ve ne dovete andare all’estero andate, ma se volete tornare dovete poter tornare”. A tal proposito si ricorda che l’Italia contribuisce per circa il 12% al budget del Cern ed è il quarto Paese contributore, dopo Germania, Francia e Regno Unito.