La stabilità globale dei servizi assistenziali è, in alcune situazioni, inevitabilmente ed irrimediabilmente compromessa, specie nei continenti interessati da conflitti su base etnica, tribale, colpi di stato ed illegalità, concretizzata in episodi di violenza armata che impedisce il regolare funzionamento ed attività educative e scolastiche. A farlo presente, alla luce della recente strage in Uganda che ha visto assassinati da un manipolo di mercenari irregolari oltre 30 persone tra studenti e docenti, l’ONU pubblica un agghiacciante report in cui rende noto che il diritto allo studio è compromesso in una buona parte del mondo. L’area centrafricana – l’Afrique Noir per i colonizzatori francesi – è quella che presenta la situazione più svantaggiata: ISU in decrescita deliberata, un medico ogni 24.000 abitanti, mortalità infantile elevata, analfabetismo diffuso (50 % per gli uomini e 75 % per le donne), aspettativa di vita bloccata a 64 anni per i più fortunati. I programmi umanitari, di un’Europa in capace di comprendere in profondo le dinamiche del continente pur agendo per bloccare l’esodo e la crisi migratoria, sono limitati al supporto strategico dei gruppi al potere. L’ONU denuncia che questi impediscono il regolare svolgimento della didattica e che investono le poche risorse del FMI e della Banca Mondiale in armamenti (si noti bene che la compravendita di armi in Africa è aumentata – stime del 2015 – di oltre il 60 %). Quale il futuro per la scuola in realtà in cui i colpi d stato, le tensioni su base tribale e le violenze sono all’ordine del giorno?
La rappresentante speciale per i bambini e i conflitti armati Virginia Gamba ha presentato l’ultimo rapporto annuale del Segretario Generale, per il 2022, che ha mostrato che ci sono state complessivamente 27.180 gravi violazioni, un aumento rispetto all’anno precedente. Queste fanno riferimento solo a informazioni verificate, con un probabile tributo molto più alto, e coprono quattro categorie: reclutamento e utilizzo di bambini in gruppi o forze armate (caso proprio di Ciad, Costa d’Avorio e Sierra Leone nonostante le garanzie offerte), uccisione e mutilazione, stupro e violenza sessuale e rapimento. Due terzi delle violazioni riguardavano ragazzi, in 24 diverse situazioni di conflitto. Un totale di 8.831 bambini sono stati uccisi o mutilati e altri 7.622 sono stati reclutati da gruppi o forze armate. Sono stati registrati 1.163 attacchi alle scuole, un aumento del 112%, afferma il rapporto. Il diffuso uso militare delle scuole, sia da parte delle forze armate che dei gruppi armati, è una “tendenza molto preoccupante”, ha affermato Gamba, chiedendo che rimangano “zone di pace”. Quasi 2.500 bambini sono stati detenuti, una pratica che “dovrebbe essere utilizzata solo come ultima risorsa e per il periodo più breve”, ha aggiunto.
Il rappresentante speciale ha affermato che Israele e lo Stato di Palestina non saranno aggiunti all’elenco globale dei responsabili, sottolineando che l’avvertimento di non ripetere l’assalto urbano a Gaza nel maggio 2021 e i lanci di missili di rappresaglia è stato sufficientemente ascoltato. Ha inoltre dichiarato che c’è stata una “importante diminuzione” degli attacchi aerei israeliani durante il 2022, osservando che l’intero scopo della pubblicazione del rapporto e dell’evidenziazione della violenza era cambiare il comportamento e rafforzare la protezione. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per il continuo alto livello di violenza in Cisgiordania e in altri territori occupati fino a quest’anno. Tra quelli aggiunti all’elenco degli autori di reato ci sono gruppi armati nella RDC tra cui M23, Mai-Mai Zaire e CODECO. Sono stati aggiunti anche due attori non statali in Burkina Faso. Centinaia di scuola sono state distrutte e la didattica non vede la luce in numerose aree del continente da oltre un biennio. Gamba ha inoltre affermato, in riferimento agli scontri militari sul suolo ucraino, che le forze russe e i gruppi armati affiliati in Ucraina sono stati aggiunti all’allegato del rapporto come un reato notevole, per il numero di attacchi a ospedali e scuole effettuati durante le operazioni di attacco e l’uccisione di studenti e famiglie durante le operazioni militari. Ha inoltre avvertito le forze ucraine di non trasformare gli edifici scolastici in obiettivi militari ad ampio raggio.
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