Nonostante i buoni auspici dell’Agenda Educativa 2030 delle Nazioni Unite, sono ancora gli elementi critici dei sistemi scolastico a livello globale. Tra questi figurano l’assenza cronica di insegnanti anche nelle aree di guerra ove si registra un numero elevato di sfollati, vetustà o limitata presenza e distribuzione sul territorio di plessi scolastici adeguati; in ultima battuta, per le realtà che ammettono o non combattono il lavoro minorile a livello terapeutico, non sono previsti fondi per le famiglie che rinunciano ai figli in senso lavorativo stretto, così mettendo a rischio il proprio status economico. Per essere precisi, sono le problematiche che registrava anche il Belpaese all’indomani dell’Unità del 1861, specie nel Mezzogiorno. L’ONU registra un record, visto lo status geopolitico e bellico di alcune aree del mondo (Afghanistan, Sudan, Siria, Giudea), un record di 78 milioni di dispersi a livello scolastico di età compresa tra i 6 ed i 18 anni di età, nonostante gli investimenti recenti (826 milioni di dollari con programmi dedicati e strutturali).
Prestando il suo sostegno a una richiesta di maggiori finanziamenti per l’istruzione nelle emergenze guidata dal fondo globale delle Nazioni Unite Education Cannot Wait (ECW), il segretario delle Nazioni Unite ha reso noto, in un messaggio video, che a nessuno dovrebbe essere negata l’opportunità di apprendere. Oggi ben 222 milioni di ragazzi sperimentano un’istruzione a rischio, ha osservato Guterres. Per aiutarli, 18 paesi e partner privati hanno promesso 826 milioni di dollari per il progetto ONU ECW drante una conseguenza d’inaugurazione. Esprimendo i suoi commenti alla conferenza sul finanziamento ad alto livello dell’istruzione a Ginevra, il Segretario generale ha accolto con favore il fatto che da quando è stato creato nel 2017, il fondo ha formato 87.000 insegnanti e ha dato a sette milioni di bambini in situazione di crisi “l’istruzione che meritano “. Mentre gli impegni di 18 paesi e del settore privato hanno superato gli 826 milioni di dollari nel primo giorno della conferenza in oggetto, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’istruzione globale e presidente del gruppo direttivo di alto livello dell’ECW, Gordon Brown, ha accolto con favore il sostegno internazionale all’apprendimento per tutti, come investimenti per una pace sostenibile e duratura realizzabile anche partendo dalla scuola.
Secondo i dati ISTAT dello scorso aprile, che analizzano il fenomeno dispersivo a livello locale e regionale, Calabria, Sicilia e Campania superano ancora il 15 %; ciò lascia intendere che le politiche intraprese a livello locale per limitare gli effetti di una crisi sociale che travolge famiglie in difficoltà e deboli non hanno funzionato a dovere. Sono 5 le regioni al di sotto della soglia del 9%: Basilicata (8,7%), Friuli-Venezia Giulia (8,6%), Abruzzo (8%), Marche (7,9%) e Molise (7,6%). In aggiunta a queste, altre 3 sono comunque sotto quota 10%. Si tratta di Emilia-Romagna (9,9%), Veneto (9,3%) e Lazio (9,2%). Nel 2021 sono 7,2 milioni i bambini e ragazzi che hanno tra 6 e 18 anni e debbono dunque seguire le lezioni secondo l’istruzione obbligatoria per loro predisposta (in età formativa), il 12,2% della popolazione residente in Italia. Con un’incidenza che varia molto sul territorio nazionale: dal 13,71% della Campania al 10,53% della Liguria.
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