Dopo la trasmissione di Report mandata in onda ieri sera, all’interno del palazzo del Miur circolano incredulità, sospetti e dubbi di una pessima amministrazione dei fondi ministeriali e di conseguenti appalti truccati.
Poco ci consola lo scarica barile attuato dal dott. Giovanni Biondi, capo dipartimento del Miur per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, che poco elegantemente ha rimpallato le responsabilità dell’accaduto all’Ansas, come responsabile dell’acquisto delle imbarazzantissime “pillole del sapere”, e ha indicato nella Consip l’unica responsabile dell’individuazione della Sbressa come unica idonea ad accaparrarsi l’appalto delle “pillole del sapere”.
Biondi tenta una difesa d’ufficio del Miur, ma ci tiene a sottolineare che al Ministero nessuno ha legami di amicizia o di interessi con la signora Ilaria Sbressa.
Intanto la conoscenza di questa inchiesta e la contemporanea presenza di un “corvo”, che invia documenti scottanti sugli sprechi del Miur alla testata de “Il fatto quotidiano”, diventa un vero e proprio problema politico, che richiede un immediato chiarimento. Quindi il problema che in queste ore sta sconvolgendo il Miur è una questione che non riguarda soltanto il palazzo di viale Trastevere ma, coinvolge anche inevitabilmente, la Commissione cultura della Camera dei deputati, guidata dalla democratica Manuela Ghizzoni.
Contestualmente Di Menna, il segretario generale della UilScuola, pretende trasparenza che deve essere una regola, proponendo di mettere in rete tutte le commissioni che fanno capo al ministero dell’Istruzione, i nomi dei componenti, l’incarico, le finalità, i risultati.
“Mentre sulla scuola ci sono tagli di risorse assistiamo ad uno spreco evidente – commenta il segretario generale Uil Scuola – in relazione al servizio trasmesso da Report sulle cifre impegnate dal ministero dell’Istruzione per prodotti multimediali per la scuola e la realizzazione di video divulgativi di pochi minuti (‘pillole del sapere’). Il Ministero dovrebbe farci sapere se ci sono scuole che li hanno utilizzati. E con quali risultati”.
Di fronte a casi come questo, si apre una doppia riflessione: la prima riguarda le decisioni del ministero, le spese che vengono fatte, senza sapere quali obiettivi si vogliono perseguire e senza una verifica successiva dei risultati ottenuti. Ogni intervento dovrebbe prevedere una verifica pubblica dei risultati.
“La seconda riflessione riguarda la trasparenza che deve essere una regola, continua Di Menna. Ogni tanto spunta qualche commissione di esperti e di super esperti incaricati di qualche compito speciale. I risultati, dai test dei concorsi alla gestione dei Tfa, fino alle ‘pillole di saggezza’, sono sotto gli occhi di tutti.
“C’è una richiesta che abbiamo già fatto direttamente al Ministro – presente in occasione di un appuntamento nazionale della Uil Scuola – il servizio di Report ci induce a farla di nuovo: ministro metta in rete tutte le commissioni che fanno capo al ministero dell’Istruzione, le finalità per le quali sono state create, di che cosa si stanno occupando attualmente e i nomi dei componenti. Le decisioni che vengono prese nel chiuso delle stanze del ministero, senza confronto, non sono la soluzione del problema, sono un problema”.
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