Una mamma ha riportato la figlia a scuola, nonostante le fosse stato ricordata la normativa, senza i documenti richiesti e, a fronte del nuovo invito a firmare l’autocertificazione, ha richiesto l’intervento di Carabinieri e Polizia locale che hanno solo registrato l’episodio.
Oggi, riporta Rainews, la bimba è stata regolarmente accolta all’asilo di Latisana (Udine) dopo che il legale della mamma ha presentato la cartolina di invio della raccomandata con cui la signora ha chiesto un appuntamento all’azienda sanitaria per la vaccinazione.
“Di sicuro l’asilo si è comportato in modo corretto, non poteva fare altrimenti perché ha delle responsabilità. La bambina non è stata né trattata male né allontanata, ieri è rimasta in asilo fino alle 13 in attesa che si delineasse la situazione”: ha detto il sindaco.
“Vorrei dirlo molto chiaramente: non c’è alcun caos vaccini, il caos esiste solo in quei casi in cui non si vuole applicare la norma. Le procedure sono state chiarite, chi vuole mettere in regola i propri figli può farlo in qualsiasi maniera e c’è la volontà dell’amministrazione di venirgli incontro”: lo dice la ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
“Purtroppo evidente che questa vicenda sia stata molto esasperata dalle strumentalizzazioni politiche e questo mi spiace davvero molto anche per il ruolo che le istituzioni dovrebbero avere”, ha aggiunto Lorenzin.
E ha respinto, precisa Rainews, al mittente le critiche sulle modalità organizzative, spiegando che il piano nazionale vaccini dello scorso gennaio nasce da un lavoro durato tre anni e molte regioni hanno già cercato di rendere obbligatorie le vaccinazioni proprio perché con le campagne di comunicazione non si riusciva a raggiungere le famiglie: “Di fronte all’urgenza, abbiamo deciso di intervenire tornando con l’obbligo della vaccinazione al passato, ma con mezzi moderni”.
La ministra ha poi chiarito ancora una volta che il lavoro sulle fake news fatto con la polizia postale non censura, poiché non riguarda i contenuti no-vax sulla rete, bensì le notizie false che possono provocare allarme sociale. “Bisogna trovare metodi per impedire che diventino virali notizie totalmente infondate che possono scatenare il panico o addirittura avere un indice di pericolosità”.
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