La vicenda dei siti web delle istituzioni scolastiche e delle regole contenute nell’allegato A del decreto legislativo 33/2013 si complica perché, come fa osservare l’Associazione nazionale presidi, il Ministero vorrebbe estendere anche alla scuola una serie di disposizioni contenute nel decreto stesso.
E, per raggiungere questo obiettivo, sta di fatto costringendo i dirigenti scolastici a prendere parte ad un corso on-line dal titolo “Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il d.lgs. n. 33/2013” (peraltro senza neppure averne dato informazione preventiva alle organizzazioni sindacali).
Nel corso on-line che i dirigenti stanno seguendo viene infatti accreditata la tesi secondo cui le scuole dovrebbero designare un Responsabile per la trasparenza e adottare il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità.
L’Anp sostiene che questa “pretesa” della Amministrazione fa il paio con quella vantata pochi mesi relativa alla designazione del Responsabile della prevenzione della corruzione prevista dalla legge 190/2012: entrambe però risultano del tutto inapplicabili alla scuola.
La legge infatti stabilisce che i responsabili devono essere di norma dirigenti di prima fascia, mentre i dirigenti scolastici sono di seconda fascia. Non solo, ma se il dirigente scolastico assumesse tale ruolo si creerebbe la paradossale situazione che il soggetto controllore e quello controllato coinciderebbero.
Ma c’è di più.
“Appare infatti indissolubile – sostiene l’ANP – la stretta relazione sussistente tra il Piano triennale di prevenzione della corruzione, il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità ed il Piano triennale della performance nonché l’importante ruolo ricoperto in materia dall’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV). Nella scuola, per esplicita previsione di legge, tale organismo non può esistere e, d’altronde, lo stesso Piano della performance non ha ancora trovato attuazione”.
A questo punto, il sindacato di Giorgio Rembado ha inviato al Ministro un articolato documento per chiedere i chiarimenti del caso che non si sa però se arriveranno, visto che quando si era posto il problema del responsabile della prevenzione della corruzione nessuna risposta era arrivata né dal Miur né da altri ministeri.
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