Il caso accaduto in una scuola superiore di Cava de’ Tirreni (SA) nel dicembre 2018 rischia di aprire un altro fronte nel già nutrito campo delle responsabilità che gravano sul personale della scuola.
Questi i fatti: tre studenti della scuola presero di mira un loro compagno e lo aggredirono in modo piuttosto violento (le indagini hanno accertato che venne addirittura usata una sciarpa stretta intorno al collo) tanto da procurargli lesioni significative.
Dalla ricostruzione fatta dagli investigatori risultò che in quel momento erano in corso attività di autogestione da parte degli studenti e quindi mancava una precisa sorveglianza da parte dei docenti o di altro personale.
Secondo quanto reso noto in questi giorni dalla testata on line Voce di Napoli il GIP avrebbe ordinato ulteriori accertamenti sulla dinamica dei fatti in modo da poter valutare con maggior precisione la posizione dell’insegnante responsabile della classe.
E’ molto probabile che la decisione del GIP sia legata anche alla giovane età della vittima e dei suoi aggressori (diverso sarebbe il caso se ci si trovasse di fronte ad alunni di 17-18 anni).
Il caso evidenzia un dato che talora viene sottovalutata dalle scuole: l’istituzione scolastica è “contrattualmente” responsabile degli alunni che vengono ad essa affidati dalle famiglie, responsabilità che non si affievolisce neppure in momenti meno formali come possono essere le autogestioni, le assemblee studentesche o le gite scolastiche (specie quelle che prevedono il pernottamento in ostelli o strutture alberghiere).
Il giudice, anzi, potrebbe persino argomentare che proprio nelle situazioni meno formali si devono mettere in atto misure atte a contenere l’“esuberanza” degli studenti.
Aiutare i ragazzi a diventare autonomi e responsabili è certamente un obiettivo educativo di primaria importanza, ma metterne a rischio l’incolumità potrebbe configurare per il personale della scuola responsabilità di non poco conto.
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