La notizia che la progressione stipendiale dei docenti si baserà ancora in buona parte sugli scatti stipendiali è stata accolta con favore dal mondo della scuola e ovviamente anche dai sindacati.
Ma la questione va chiarita, per evitare di creare inutili aspettative. Si tratta infatti di capire da dove arriverà la copertura finanziaria, considerato che fino allo scorso anno i soldi non c’erano.
E siccome i soldi che sono stati stanziati nella legge di staibilità dovranno servire quasi esclusivamente per le assunzioni, la risposta è pressochè obbligata: le risorse arriveranno ancora una volta dal fondo di istituto che, nelle intenzioni iniziali del Governo, sarebbe dovuto servire in parte per gli scatti di anzianità e in parte per il “merito”.
Adesso la soluzione sembra un po’ diversa: bisognerà prevedere 400milioni di euro per gli scatti e quindi il fondo risulterà praticamente dimezzato.
Volendo garantire anche gli scatti dell’anno successivo il fondo dovrebbe essere del tutto azzerato e non ci sarebbe più nulla neppure per il cosiddetto “merito” (che – da quanto si capisce dal DDL – dovrebbe servire di fatto per pagare collaboratori dei dirigente, figure di sistema e poco più).
Si spiega così il motivo per cui il DDL prevede 200milioni di euro per il merito a partire dal 2016.
In pratica si tratta della cifra che servirà a pagare le “prestazioni” essenziali e ineliminabili.
Con questa manovra, molto vicina al gioco delle tre carte, il problema sarà tamponato ancora per il 2016, ma poi bisognerà di nuovo inventarsi qualcosa.
Può darsi che la nostra previsione pecchi di pessimismo: se i fatti ci smentiranno ne saremo ben felici, ma per capire se ci siamo sbagliati non bisognerà aspettare molto: entro due-tre mesi al massimo il Governo dovrà pur dire in che modo intende pagare gli scatti e a quel punto il mistero sarà svelato.