Da qualche giorno il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi ripete, tra un discorso alla Camera e uno al Senato, che bisogna restituire dignità al ruolo dell’insegnante.
Se è vero questo proposito, che insistentemente riecheggia nelle prime pagine di tutte le testate giornalistiche nazionali, cosa potrebbe fare d’immediato il premier per dare seguito a questo auspicio?
Una cosa fattibile e a costo zero che andrebbe nella direzione tanto decantata dallo stesso Renzi è quella di eliminare il decreto Brunetta nella parte che invade i patti contrattuali.
La dignità professionale dei docenti si restituisce anche restituendo valore ai diritti contrattuali degli stessi insegnanti, sia a livello di contratto collettivo nazionale e sia a livello di contrattazione d’Istituto.
È assolutamente necessario, così come chiedono da tempo le organzzazioni sindacali (Flc-Cgil in testa), rinnovare il contratto nazionale della scuola e rendere esigibile la contrattazione decentrata cancellando il “decreto Brunetta”.
Ma è anche necessario abbattere quella barriera assurda che divide la professione docenti in docenti di ruolo e docenti precari. Un’assurdità da Paese incivile, quella di considerare le norme contrattuali dei precari della scuola diversamente da quelle dei docenti assunti a tempo indeterminato. Restituendo dignità giuridica ed economica agli insegnanti precari, si restituisce dignità all’intera categoria dei docenti. Con trasparenza e decisione, bisognerebbe fare chiarezza, e questo potrebbe essere fatto dal governo Renzi senza aumenti di spesa, su quali materie sono di reale competenza contrattuale e quali invece attengono dell´amministrazione e ai dirigenti scolastici.
In buona sostanza il prossimo rinnovo contrattuale della scuola, potrebbe rappresentare un volano per restituire dignità ai prof, riformando e limitando l’invasione voluta con il decreto Brunetta. Ridare la dignità perduta al ruolo dell’insegnante, significa anche dire basta alla doppia penalizzazione per il blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di anzianità, unica forma di progressione finora prevista per i docenti. Bisogna sapere che i patti contrattuali attualmente vigenti hanno anche lo scopo di limitare alcune prerogative dirigenziali, soprattutto per quanto attiene l’organizzazione del lavoro e la funzione docente, in modo da dare forza equilibrante tra la funzione dirigenziale e quella docente.
Con l’applicazione selvaggia del decreto n.150/2009, la dignità della funzione docente è stata messa sotto i tacchi e i patti contrattuali sono diventati meno della carta straccia. Con l’avvento del decreto Brunetta il ruolo docente ha totalmente perso il suo carisma, la sua autorevolezza anche al giudizio di famiglie e studenti, mentre in modo proporzionale è aumentato fortemente il prestigio e l’autorevolezza della figura del dirigente scolastico. Se Matteo Renzi vuole realmente restituire ai docenti il ruolo sociale che meritano, deve eliminare quel “mostro legislativo” voluto da chi considerava i professori degli inguaribili ed inutili fannulloni.
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