E’ apparsa sul quotidiano “La Repubblica” del 18.09.2018 la lettera di una dirigente scolastica veneta nella quale annuncia di aver fatto ricorso al giudice del lavoro nei confronti della Amministrazione scolastica rispetto all’assegnazione di un’altra scuola in reggenza, a circa 60 km rispetto alla sua principale sede di titolarità.
Che un dirigente scolastico, oltre a presentare ricorso in merito all’assegnazione di una reggenza in dissenso con l’Amministrazione, esponendosi alle conseguenze di un giudizio, renda nota pubblicamente la sua posizione è indice della gravità della condizione di lavoro dei dirigenti scolastici.
Lo afferma l’associazione Disal, in una nota
La collega con coraggio si espone rispetto alla comune condizione di altri 1748 dirigenti scolastici impegnati in questo a.s. in una o due scuole in reggenza oltre quella di titolarità: una situazione che, su circa 8290 scuole statali, vede quasi la metà delle scuole italiane rette, oggi, da un preside ‘condiviso’.
Colpisce della lettera la ragione che è a fondamento del ricorso: non tanto le distanze tra le scuole, il numero dei plessi, la fatica connessa al doppio incarico, ma la tutela della propria dignità, umana e professionale, lesa dalla attribuzione plurima di scuole, seppur legittima dal punto di vista contrattuale. «L’ho fatto – scrive la dirigente – per impossibilità a fare bene il lavoro di cura, di gestione, di governo che mi viene affidato. E l’ho fatto per la dignità. La dignità di tutti i presidi che amano il proprio lavoro».
Un appello, consapevole e chiaro, attuato per la via giurisdizionale, in difesa del valore del proprio compito direttivo e la richiesta di essere messa nella condizione di poterlo agire: il compito di esercitare una direzione autenticamente formativa, oltre che gestionale ed organizzativa, a fronte della evidente emergenza educativa in atto.
Una direzione delle scuole che continua, anche quest’anno, ad essere in forte sofferenza a causa di ritardi e scelte non funzionali.
E questo non è, appunto, dignitoso.
Riteniamo, per questo, necessario che il Governo italiano affronti le seguenti scelte:
– disporre subito l’esonero totale dal servizio ai docenti vicari dei dirigenti titolari nelle scuole di reggenza, come ha recentemente annunciato il Ministro Bussetti;
– introdurre, non oltre la fine di novembre, una modifica legislativa delle procedure del Concorso per dirigenti scolastici in corso di svolgimento, in modo da concludere con certezza le nomine nell’agosto 2019;
– predisporre gli atti formali per bandire un nuovo concorso per i posti di dirigente scolastico che saranno necessari già dal settembre 2019 e nel seguente anno;
– reintrodurre l’istituto dell’incarico annuale di direzione scolastica a docenti esperti sulle sedi vacanti, all’interno di un processo normativo di revisione del ruolo e dei compiti della dirigenza scolastica;
– garantire a livello territoriale dimensionamenti delle istituzioni scolastiche con numeri mai superiori a mille alunni, così da renderle funzionali alla creazione di adeguate comunità di apprendimento.
La dignità, dei presidi, dei docenti e degli studenti, è un bene troppo prezioso!
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