Un convegno dal titolo “Minori e privacy nell’era digitale” è stato organizzato dalla Rete Lisaca di Salerno lo scorso 15 novembre al fine di fare il punto sulle opportunità e i rischi dell’era digitale e sul ruolo che la scuola può e deve avere nel supporto agli alunni ma anche alle famiglie.
Coordinato dalla Dirigente del Liceo Severi, il convegno è stato aperto dal Presidente della rete Lisaca, dott.sa Annalisa Frigenti, la quale, per arrivare al nocciolo della questione, ha fatto innanzitutto riferimento al concetto di povertà educativa, i cui risvolti psicologici nell’ambito dell’utilizzo delle nuove tecnologie, sono stati affrontati dall’esperta psicologa che si è trattenuta sull’interazione tra mondo reale e virtuale, una relazione bidirezionale il cui risultato è un’interrealtà nella quale l’uomo è in grado di controllare e modificare l’esperienza e la sua e le altrui identità sociali in maniera totalmente nuova rispetto al passato.
L’interrealtà è un contesto, ha spiegato la dott.sa Anna Maria Merola, psicologa e psicoterapeuta, che favorisce la moltiplicazione delle identità piuttosto che la loro integrazione e ciò ha ripercussioni sul processo di maturazione dell’identità del soggetto, che può essere rallentato e avere effetti sui rapporti sociali e personali dell’adolescente. Altro aspetto trattato nel corso della relazione è quello dell’analfabetismo emotivo (emotional litteracy), con espressi richiami a Goleman. Un fattore di incremento dell’analfabetismo emotivo è proprio l’utilizzo massiccio dei social media che favoriscono un modello di relazioni mediate, privando il soggetto di quegli script utili alla lettura e all’applicazione dei comportamenti sociali.
A venir meno è soprattutto la capacità di riconoscere le emozioni dell’altro e , di riflesso, di comprendere le proprie, cosa che in prima istanza porta al disinteresse emotivo. I ragazzi, comunicando tramite la tecnologia, hanno disimparato a riconoscere la ricchezza della comunicazione diretta(le sfumature importanti della comunicazione non verbale, ad esempio). Il social network spesso facilita l’espressione di sé, abbattendo il timore del giudizio immediato, ma svelare se stessi a un social non offre la giusta ricompensa relazionale.
Spunti di riflessione sono venuti pure –precisa il comunicato della Rete Lisaca- anche nella relazione dell’avvocato Federico Bergaminelli, Presidente dell’Istituto Italiano anticorruzione, che ha coinvolto i presenti con un interessantissimo intervento su “Privacy e minori nell’era della digitalizzazione-Il consenso al trattamento dei dati”.
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