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Rete Studenti: le dichiarazioni di Renzi sul dirigente scolastico confermano le nostre preoccupazioni

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La Rete degli studenti non ha gradito le parole spese dal premier Matteo Renzi, nel corso del suo intervento alla Direzione Nazionale del Partito Democratico: parlando di riforma elettorale, il presidente del Consiglio ha voluto citare la riforma della scuola e in particolare la sua idea del ruolo che dovrebbe avere il dirigente scolastico, funzionale a realizzare l’autonomia scolastica.

Secondo Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi, “il Presidente del Consiglio conferma con le sue parole le nostre peggiori preoccupazioni circa la Buona Scuola: mettere sullo stesso piano il ruolo del dirigente scolastico con quello di un dirigente di una qualsiasi pubblica amministrazione è un grave errore perché è evidente che la partecipazione attiva di tutte le componenti della società, in continuità con una visione politica decisionista già dimostrata nel Jobs Act e nelle riforme istituzionali, resta secondo questo governo un elemento puramente consultivo e marginale”.

 

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“C’è poi, – continua Irone – da parte del Governo, un evidente e grave errore politico di fondo circa la concezione di autonomia scolastica: sostenere che l’autonomia si possa realizzare tramite l’attribuzione di una responsabilità decisionale totale al Dirigente Scolastico significa distorcere l’idea di autonomia scolastica che voleva rendere la scuola non solo un servizio, non un’ amministrazione pubblica qualsiasi, ma una comunità organica, attiva e democratica, in grado di costruire partecipazione vera tra chi vive la scuola, e ribaltare il modello educativo attuale, che vede lo studente e le famiglie fruitori del servizio scolastico e soggetti passivi del processo educativo”.

“Il Preside-Sindaco – continua Irone – è un concetto che rifiutiamo: il dirigente scolastico, a differenza del “Sindaco” è una figura con un certo profilo professionale e specifiche competenze che assume l’incarico a seguito di un concorso pubblico e non viene eletto. Quello che propone il governo con la “Buona Scuola” è semplicemente versione 2.0 della vecchia idea di Preside-Manager che abbiamo sempre combattuto: un dirigente che gestisce la scuola, disponendo di strumenti unilaterali con cui fare scelte che non sono sottoposte nemmeno ad una discussione con le altre componenti del mondo della scuola, valutato addirittura sulla base di non meglio qualificati risultati”.

 

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