“L’omofobia è un male da cui si può guarire: possiamo aiutare chi ne soffre a uscirne, stiamo a fianco degli intolleranti anonimi, con noi possono farcela“. E’ al limite della provocazione la dichiarazione rilasciata da Luca De Zolt, portavoce della Rete degli studenti, in occasione (il 17 maggio) della Giornata mondiale contro l’omofobia. Ribaltando la convinzione popolare che gli omosessuali siano individui da curare, il leader dall’associazione ha voluto sottolineare come non siano loro “a dover essere curati o aiutati, ma gli omofobi ad aver bisogno di aiuto“. E ad attuare questa strategia di aiuto dovrebbero essere proprio i giovani studenti: è da loro che dovrebbe partire il contributo maggiore. “Il nostro ruolo di studenti nella cura dell’omofobia è fondamentale – continua il portavoce – in quanto è proprio nella comunità dei pari che gli adolescenti incontrano la propria omosessualità, ed è in quest’ambito che si subiscono le prime violenze e i primi atti di omofobia: significativo che l’82% degli omosessuali sotto i 19 anni percepisca il proprio ambiente come discriminatorio e pericoloso, contro il 70% del restante della popolazione omosessuale“.
In questi giorni la Rete degli studenti medi promuoverà volantinaggi, affissioni, dibattiti e assemblee in diverse località italiane. Tra le proposte della Rete vi è quella di estendere il protocollo contro il bullismo omofobico tra il ministero dell’Istruzione e le associazioni dei genitori, promosso dall’Agedo, anche a quelle studentesche del Forum nazionale delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative.
“Il nostro impegno – afferma De Zolt – ma proseguirà tutto l’anno. Molti i progetti contro l’omofobia e per l’educazione alla sessualità che stiamo mettendo in campo nelle scuole per il prossimo anno, attraverso un rapporto ormai consolidato con ArciGay.Metteremo in campo percorsi di formazione sia interni alla nostra rete che verso tutti gli studenti, perché le nostre scuole devono essere luoghi dove si possa crescere e realizzare se stessi pienamente e in libertà“.
Oltre che dalla Rete degli studenti la campagna contro l’omofobia è portata avanti da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, CGIL – Ufficio Nuovi Diritti, ARCI, Certi Diritti, Circolo Mario Mieli, Dì Gay Project, GayLib e Rete Lenford.
Sempre nella Giornata mondiale contro l’omofobia, l’Unione europea ha condannato le discriminazioni che ancora colpiscono gay e lesbiche. “L’Unione europea rifiuta e condanna tutte le manifestazioni di omofobia, un fenomeno che costituisce un’offesa eclatante alla dignità umana”, ha dichiarato la presidenza ceca. “Siamo profondamente preoccupati – ha continuato la presidenza di turno dell’Ue – per le violazioni dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, qualunque sia il paese in cui vengono compiute”, si legge nel documento. In particolare la Ue attacca duramente “il ricorso alla pena di morte, la pratica della tortura e di altre pene crudeli, disumane e degradante”, ma anche contro “la privazione del diritto di manifestare pacificamente e la privazione dei diritti economici, sociali e culturali, in particolare di quelli alla salute”.