Categorie: Politica scolastica

Reti di scuole. La protesta è ormai generale

La nota ministeriale sulle reti di scuole sta suscitando un coro di proteste alle quali adesso il Ministero dovrà in qualche modo rispondere. ANP scrive alla Giannini.

L’ultima protesta sull’ “ordine” partito da viale Trastevere nei giorni scorsi (tutte le scuole dovranno far parte di una rete entro il 30 giugno prossimo) arriva dall’Associazione nazionale presidi di Giorgio Rembado che ha scritto una lettera ufficiale al Ministro chiedendo in modo cortese ma fermo il rispetto delle regole.
Anzi, per la verità, a leggerla bene la lettera impartisce persino una sintetica lezione di diritto costituzionale e amministrativo all’apparato ministeriale.
In primo luogo, sostiene l’Anp, non bisogna dimenticare che l’adesione ad una rete di scuole deve essere deliberata dal consiglio di istituto e – se il progetto che sta alla base dell’intesa fra le scuole deve essere condiviso, come previsto dalla legge stessa – nessuna istituzione scolastica può essere obbligata a far parte di una rete.
Senza considerare poi i problemi e gli adempimenti concreti che, in questa fase dell’anno, le scuole devono affrontare (scrutini, esami, valutazione dell’anno di prova di almeno 100mila docenti, una decina in media in ogni scuola).
Per procedere poi con una obiezione risolutiva: l’autonomia delle istituzioni scolastiche è garantita e tutelata dalla Costituzione e nè la legge, nè tantomeno una circolare ministeriale possono metterla in discussione.
La conclusione – per l’Anp – è scontata: la scadenza del 30 giugno per la costituzione delle reti non può in alcun modo essere considerata perentoria ma al massimo ordinatoria.
Nei giorni scorsi anche Flc e Cisl Scuola erano intervenute per sottolineare il carattere puramente burocratico o formalistico della nota ministeriale e la scarsa considerazione nei confronti dell’autonomia delle scuole.
Adesso si attendono le contro-mosse del Ministero.

Reginaldo Palermo

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