Sulla questione delle reti di scuole prendono posizione anche i Cgil, Cisl, Uil e Snals.
Con una lettera inviata al Miur i sindacati chiedono un incontro urgente per poter “discutere di quanto sta avvenendo in varie realtà territoriali, dove, di fatto, si costringono le scuole ad aderire alle reti di ambito al di là di quelli che sono gli scopi che le reti devono perseguire”.
Ma questo – sostengono sempre i sindacati “è in contraddizione con le stesse indicazioni di giugno 2016, offerte dal MIUR agli Uffici regionali e alle scuole, in cui si precisava che esse sono da utilizzare come documenti di studio che non costituiscono né possono costituirsi come strumento di coartazione delle libere volontà di adesione”.
I sindacati lanciano anche un allarme: “Si sta prefigurando una situazione tale per cui l’adesione alle reti di ambito diventa presupposto per accedere alle risorse del Piano Nazionale di Formazione di docenti, cosa che rischierebbe paradossalmente di tagliare fuori dalla formazione (obbligatoria ora per legge) il personale delle scuole non aderenti”.
“Nel contempo – proseguono i Cgil, Cisl, Uil e Snals – si fissa fra gli obiettivi da perseguire, e quindi da sottoporre a valutazione, da parte dei dirigenti scolastici proprio l’adesione alle reti di ambito (nomenclatura neppure presente nella legge 107). Come se tale adesione fosse nella disponibilità esclusiva dei dirigenti e non già dei consigli di Istituto e, per la parte organizzativa e didattica, dei collegi dei docenti”.
In realtà la questione della costituzione delle reti non è nuova: già una decina di giorni fa la nostra testata se n’era occupata, anche a seguito di una segnalazione dell’Unicobas che denunciava le pressioni dell’Usr del Lazio nei confronti delle scuole in cui gli organi collegiali avevano già deciso di non aderire alle reti proposte sul loro territorio.
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