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Retribuzione docenti, Barbacci (Cisl): “Aumentarla a livelli di dignità necessaria e intervenire sulle carriere”

Da più parti e, soprattutto, da molti sindacati arriva da tempo un grido di allarme che riguarda i docenti e il loro livello di retribuzione. Da tempo è stato portato all’attenzione il fatto che gli stipendi dei docenti risultano essere ridotti rispetto a quelli di altri pubblici impiegati.

Su questo punto si è espressa Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola, che questa mattina è intervenuta alla trasmissione di RAI1, Radio Anch’io: “L’idea che per migliorare la qualità della scuola basti differenziare il trattamento economico degli insegnanti è al limite della disonestà intellettuale. Un approccio superficiale che troppo spesso ha caratterizzato anche la produzione legislativa, con progetti disancorati dalla realtà e intrisi di ideologia. Lo stesso concetto di meritocrazia è stato svilito e distorto, declinandolo in chiave divisiva come se all’efficacia dell’azione didattica e formativa potesse giovare di più la competitività fra gli insegnanti che la loro capacità di condividere un comune progetto educativo”, ha detto la Barbacci, augurandosi che vengano fatte riforme alla scuola al di fuori di ogni ideologia.

La posizione di Cisl Scuola sulle carriere dei docenti

La Barbacci ha ribadito che bisogna aumentare la retribuzione dei docenti, al momento bistrattati a livello economico e sociale: “Continua a rimanere irrisolta la questione di fondo, su cui la politica continua a rimanere latitante: quella di una condizione di generale insufficienza in termini di riconoscimento sociale e retributivo per una professione che dovrebbe avere ben altra considerazione e che invece risulta penalizzata rispetto agli altri settori del lavoro pubblico e nel confronto internazionale. La nostra posizione sulle carriere dei docenti è chiara da tempo, scritta nero su bianco in un documento firmato da sindacati e Amministrazione quasi vent’anni fa: si rivaluti complessivamente la condizione retributiva del personale scolastico, portandola a livelli di dignità necessaria”, ha aggiunto.

Secondo il sindacato non è ammissibile che in Italia si arrivi al livello retributivo più alto per i docenti dopo una carriera lunga ben 35 anni: in altri paesi ciò avviene in meno tempo. “Si metta mano alle carriere. Anzitutto accorciando per tutti un percorso che è il più lungo in ambito europeo, dove i docenti arrivano al livello stipendiale più alto ben prima dei 35 anni richiesti in Italia; e insieme si individuino modalità di ulteriori progressioni, legate a crediti formativi e professionali e con profili arricchiti anche da competenze diverse, spendibili nell’ambito di un sistema che opera su progetti nei quali cooperazione e condivisione sono fattori essenziali”.

Cisl Scuola si augura che le proprie richieste vengano ascoltate dai politici impegnati in campagna elettorale: “Continuare a vendere l’idea che sia sufficiente costituire una ristretta élite professionale per accrescere la qualità della scuola è una mancanza di rispetto nei confronti di un’intera categoria e può solo innescare comprensibili atteggiamenti di diffidenza e rifiuto. Non è così che si fanno le riforme non è così che si costruisce un futuro migliore per la scuola italiana. Valuteremo con molta attenzione le proposte e i progetti su cui le forze politiche si caratterizzeranno nella campagna elettorale in corso, pronti a incalzare su questi temi il nuovo governo, in continuità e coerenza con un impegno che stiamo portando avanti da tempo con forte determinazione. Porre le condizioni per rinnovare subito e in modo positivo il contratto di lavoro: ecco un tema su cui tutte le forze politiche hanno da subito la possibilità di misurarsi e di essere misurate”, ha concluso la Barbacci.

Redazione

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