Una delle deleghe contenute nella legge 107 prevede la revisione del “vecchio” Testo Unico della scuola del 1994, ma i tempi sembrano troppo stretti.
Sindacati e movimenti anti legge 107 sono molto preoccupati perchè temono che attraverso questa modifica venga fatta passare la riscrittura dello stato giuridico del personale docente e Ata.
Ma ci sono molti dubbi che questo obiettivo possa essere raggiunto nei tempi previsti dalla legge 107 (18 mesi a decorrere dal 16 luglio, e quindi entro la metà del gennaio 2017): c’è ancora un anno di tempo, si dirà, ed è vero, ma per scrivere (o riscrivere un testo unico) non è una operazione semplice.
Proviamo a vedere cosa era accaduto nel 1994 in occasione del TU 297.
Già nell’aprile del 2011 il Governo era stato delegato (legge n. 121) ad adottare un testo unico in materia di istruzione; tempo fissato: due anni. Ad aprile del 1993, però, il Parlamento – preso atto che il Governo non era riuscito a concludere i lavori – approva un’altra legge (la n. 126) e dà tempo fino al 30 aprile 1994.
A settembre dello stesso anno il Consiglio dei Ministri approva una prima bozza del decreto legislativo contenente il testo unico, ma solo a dicembre il Governo conclude il proprio lavoro.
A questo punto il provvedimento viene trasmesso al Parlamento per consentire alle Commissioni permanenti di esprimere il proprio parere. A marzo arriva anche il parere del Consiglio di Stato e un mese dopo il Consiglio dei Ministro va definitivamente il decreto che viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 16 aprile ed entra in vigore a metà maggio.
Insomma: il testo unico del 1994 richiese esattamente 3 anni di lavoro (e non c’erano all’epoca tutte le tensioni e le difficoltà di oggi).
Ma come si può credere che questa volta il Governo ce la faccia in metà tempo?
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