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Revisori dei conti: i sindacati piemontesi chiedono l’intervento del Prefetto

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Clamorosa iniziativa dei sindacati confederali della scuola del Piemonte che chiedono di essere ricevuti dal Prefetto di Torino per esporre la grave situazione che si sta verificando in molte scuole della regione dove i revisori dei conti hanno puntigliosamente esaminato i contratti di istituto evidenziando spesso elementi di irregolarità che rendono di fatto impossibile l’applicazione dei contratti stessi.
I rilievi dei revisori sono dovuti talvolta ad imprecisioni formali o ad errori materiali contenuti nelle ipotesi contrattuali, ma in molti casi sono legati anche a valutazioni di merito sul contenuto degli accordi stipulati a livello di istituzione scolastica.“Le fattispecie che ci sono state rappresentate – sostengono i segretari regionali di Cgil-Flc, CislScuola e UilScuola – sono, a parere delle organizzazioni sindacali, pesantemente lesive delle prerogative e delle facoltà contrattuali e inducono a considerare l’eventualità di proclamare lo stato di agitazione della categoria fatto salvo e non escludendo il ricorso alle sedi giurisdizionali”.
Il caso è esploso anche perché i sindacati sostengono di aver avanzato al Direzione regionale del Miur non poche segnalazioni, ma di non aver mai avuto riscontri soddisfacenti.
E’ per questo che Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di chiedere un incontro urgente al Prefetto, “per esporre – si legge nel comunicato congiunto – i problemi evidenziati e ricercare soluzioni che evitino l’insorgere di gravi conflitti”.
In effetti, che in Piemonte i rapporti fra le scuole e revisori dei conti non siano facili lo si capisce anche leggendo le pagine di cronaca dei quotidiani.
Proprio nella giornata del 24 febbraio, per esempio, è venuto alla luce un episodio che complica ulteriormente la già difficile vicenda del pagamento della Tarsu, la tassa per la raccolta dei rifiuti.
In una scuola torinese i revisori dei conti hanno contestato la decisione del dirigente e del direttore amministrativo di inserire fra le spese da liquidare le cartelle della Tarsu, ma solo per l’importo coperto dal contributo statale.
Pare anzi che il rilievo dei revisori sia particolarmente pesante e faccia riferimento addirittura ad una ipotesi di “falso in bilancio”.
Se il Prefetto dovesse intervenire sulla vicenda il caso piemontese potrebbe diventare nazionale e a quel punto i Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia dovranno necessariamente trovare un’intesa per definire con chiarezza compiti e limiti dei revisori.