Categorie: Personale

Revoca delega sindacale, per molti una “missione impossibile”. Occorre una funzione on-line

Pare che siano molti, anzi troppi, i lavoratori della scuola che negli ultimi anni stanno disdicendo o abbiano intenzione di disdire l’iscrizione a sindacati di tutti i colori. Da quello che si ode bisbigliare nelle scuole, sembrerebbe che i motivi siano molteplici: docenti e Ata che non si sentono più rappresentati, che hanno magari (com’è facile che sia, dati questi salari) problemi economici (dicono che 100/200€ circa all’anno fanno comodo averli in tasca piuttosto che versarli nelle casse del sindacato); altri ancora sostengono che con la suddetta somma si possano sottoscrivere addirittura delle polizze assicurative che in caso di vertenza con l’amministrazione scolastica vengano rifuse tutte le spese legali fino al terzo grado di giudizio.

Ma come si fa a disdire l’iscrizione al sindacato? L’operazione sarebbe una vera e propria impresa a detta dei più, a differenza dell’iscrizione che si acquisisce in un minuto d’orologio.

Infatti, l’adesione al sindacato si effettua presso una struttura sindacale territoriale o anche a scuola tramite un rappresentate sindacale. Si compila un modulino che poi viene inserito in un sistema telematico dal sindacato di rifermento, e l’ufficio competente in automatico avvia “prontamente” la trattenuta mensile a tempo indeterminato sul cedolino di stipendio del lavoratore.

Il problema nascerebbe però quando il lavoratore ha intenzione di disdire l’iscrizione revocando quindi la delega. Infatti, la prassi ormai vetusta, è ancora quella di inviare un modulo firmato in originale tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alla ex direzione provinciale del tesoro (oggi ragioneria territoriale dello stato) competente per territorio.

In alcuni casi, addirittura, gli uffici della ragioneria chiedono anche una fotocopia del documento di riconoscimento, “manca solo l’atto notarile, insomma”. Ma non finisce qui, una volta spedita la raccomandata ar alla modica cifra di 6€ circa, ovviamente a carico del lavoratore, la richiesta viene gestita con tutta calma e tranquillità dalla ragioneria, quindi la trattenuta sullo stipendio cessa dopo almeno 5 o 6 mesi da quando l’ufficio suddetto riceve l’istanza cartacea da parte del lavoratore. Insomma, un povero lavoratore che vuole disdire l’iscrizione sindacale dovrebbe passare da queste “forche caudine” burocratiche da dopoguerra. Viene legittimamente da chiedersi: perché l’iscrizione al sindacato è una procedura snella e veloce e la disdetta è invece così complessa e macchinosa? Forse per dissuadere il lavoratore che vuole riconsegnare la tessera sindacale? Ovviamente è solo una consequenziale ipotesi di ragionamento.

Comunque, rimane il fatto che questa farraginosa procedura viene richiesta anche in barba alle norme amministrative sulla digitalizzazione e la dematerializzazione. Infatti, a quanto pare, nonostante la pec abbia la medesima valenza legale della raccomandata ar, gli uffici della ragioneria non accettano disdette sindacali inviate tramite questo canale, (seppur firmate dall’interessato e scansionate) per non meglio specificati motivi. Ad onor del vero bisogna anche precisare che le direzioni provinciali dello stato sono state accorpate alle ragionerie, e che negli ultimi anni, sembrerebbe non vi sia stato il turn over, che un tempo era fisiologico e vitale per il buon funzionamento amministrativo; a causa del fatto che da parecchi anni non bandiscono più concorsi per reclutare personale in queste importanti amministrazioni dello stato.

Insomma, il personale di questi uffici, specialmente nelle grandi città metropolitane, pare che sia sormontato da centinaia di pratiche arretrare che non riesce a smaltire. A questo punto la domanda nasce spontanea: come mai, nell’era del digitale e della banda larga, non viene attivata una procedura telematica dove ogni singolo lavoratore, in autonomia, possa liberamente revocare la delega d’iscrizione al sindacato on-line quando lo ritiene più opportuno?

E perché no, anche iscriversi, se lo desidera. Magari si potrebbe utilizzare un portale già noto e ben utilizzato dal personale della scuola come NoiPA https://noipa.mef.gov.it/. Basterebbe abilitare le funzioni nell’area self service dell’account personale: “Revoca delega sindacale” oppure “Iscriviti ad un sindacato”.

Carmine Nicoletti

Articoli recenti

Bando concorso docenti tra novembre e dicembre? Venti giorni per fare domanda, ecco cosa sapere

Quando sarà il prossimo concorso docenti 2024, denominato da molti Concorso Pnrr 2? Come sappiamo il…

23/11/2024

Maturità 2025, che fine ha fatto la circolare per presentare le domande? Le scuole intanto stanno dando indicazioni, confermando la prima scadenza del 30 novembre

"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…

22/11/2024

Donne vittime di violenza, ministero dell’Istruzione illuminato di rosso. Valditara: la scuola sarà al vostro fianco

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…

22/11/2024

Christian Raimo sospeso dal servizio per tre mesi: mi spiace, non volevo insultare Valditara ma difendere la scuola pubblica dalla politica distruttiva – VIDEO

L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…

22/11/2024

Una tiktoker: “Sono bella, non ho bisogno di studiare”. Castellana (Gilda): “Questi sono i messaggi che arrivano ai ragazzi?”

La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…

22/11/2024

Promuovere la sicurezza nelle scuole: al via la seconda edizione del concorso nazionale per gli studenti

In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…

22/11/2024