La formazione delle commissioni esaminatrici per il concorso in atto si sta rivelando più complicata del previsto.
Il 22 gennaio gennaio scorso, infatti, il Miur aveva resi noti gli elenchi del personale che aveva presentato a suo tempo (e cioè entro il 12 dicembre) la propria candidatura e che risultava in possesso dei titoli richiesti.
Nella stessa giornata gli elenchi sono stati pubblicati anche nei siti dei diversi uffici scolastici regionali.
Ma, evidentemente, sia al Miur sia in periferia ci si era accorti subito che, soprattutto per talune classi di concorso, le candidature erano del tutto insufficienti.
E così, nella stessa data del 22 gennaio, con un’altra nota il Ministero comunica agli USR di voler riaprire i termini per la presentazione delle domande.
Per uniformare la procedura su tutto il territorio nazionale, si diceva però che la nota sarebbe stata diramata, sia a livello centrale sia a livello regionale, in data 24 gennaio.
E questo è ciò che è avvenuto appunto nel pomeriggio del 24.
A questo punto, quindi, la situazione è questa: chi è già stato inserito negli elenchi pubblicati il 22 gennaio non deve ripresentare la domanda, ma chi lo desidera potrà aggiungere la propria candidatura utilizzando un’apposita applicazione sul sito del Miur disponibile fino al 31 gennaio.
Con la nota in questione il Miur invita i dirigenti scolastici a pubblicizzare adeguatamente la riapertura dei termini anche per “assicurare la più ampia e qualificata risposta, in particolare per quelle classi di concorso per le quali si è registrata una bassa partecipazione nella fase ordinaria di presentazione delle istanze”.
Ma è difficile che basti la riapertura dei termini per risolvere la situazione anche perché la legge di stabilità in vigore ha cancellato la possibilità di ottenere l’esonero dal servizio e ha ridotto in modo significativo i compensi previsti per i membri delle commissioni.
C’è anzi il rischio che anche chi ha già dato la propria disponibilità l’abbia già ritirata o la ritiri nelle prossime settimane.
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