La ministra Lucia Azzolina, alla vigilia della riapertura delle scuola, dopo il lungo lockdown, l’abbiamo vista in giro per le televisioni.
Invitata da Myrta Merlino nel suo Speciale L’Aria che tira “Notte prima degli esami”, la ministra ha risposto, in collegamento, alle consuete domande che molte famiglie si stanno ponendo.
E ha difeso e motivato le sue scelte, con decisione, rispondendo alle domane della giornalista che ha ripreso molti dei dubbi che stanno serpeggiando tra le famiglie.
Diverso invece il suo tono da Barbara D’Urso, su Canale 5 di Mediaset, la quale ha posto parecchie domande, sempre incentrate sui dubbi dei genitori: “Gli esami di Stato li abbiamo fatti, li ha fatti mezzo milione di alunni, ora abbiamo una notte ancora più importante, devono rientrare tutti, sono molto emozionata. La temperatura si misura a casa: è più sensato misurare la temperatura a casa, sui mezzi pubblici un alunno ammalato rischierebbe di far ammalare altri. Io mi fido delle famiglie italiane, so che la misureranno. Sarà un anno complesso, difficile, ognuno deve essere responsabilizzato”.
“Anche l’insegnante che vuole muoversi in classe deve tenere la mascherina. In aula se c’è il metro di distanza la mascherina può essere tolta ma se qualcuno si sente più sicuro indossandola può tenerla. I bambini possono mangiare in classe o in mensa, le scuole si stanno organizzando. Stiamo lavorando di per garantire la sicurezza in un anno di straordinarietà. In Italia le regole sono state stringenti”.
Ma la ministra ha insistito su un concetto che da sempre ripete: “La scuola è il posto più sicuro: ci sono operatori formati, il distanziamento, ci sono le mascherine, al momento ne sono state inviate 94 milioni. Si stanno distribuendo in tranche. Quale altro luogo fuori dalla scuola ha le stesse regole? Faccio appello perché le stesse regole siano usate fuori dalla scuola”.
Massima attenzione per gli alunni disabili, ha pure sottolineato: “io sono stata insegnate di sostegno e ho la massima attenzione a questi alunni, lo dico con il cuore ho lavorato con questi bambini. Alle famiglie e a loro va tutto il mio affetto”.
Subito dopo ha mostrato uno zaino come quelli «che stiano fornendo a tanti ragazzi meno abbienti, insieme ai tablet, ai kit didattici e a tutto quello che può servire. Abbiamo investito 236 milioni anche per dare libri gratis”.
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