L’UNICEF ha diffuso in questi giorni un rapporto sulla riapertura delle scuole in alcuni paesi del mondo, considerando sullo sfondo quello che è successo da aprile in avanti per circa il 91% degli studenti e delle studentesse in più di 194 paesi: la chiusura improvvisa di ogni istituzione educativa. Secondi gli esperti dell’organizzazione mondiale i danni causati alle generazioni coinvolte nel lock down sono incalcolabili, per questo stanno lavorando a fianco delle scuole in alcune di quelle zone, dove la riapertura potrà essere una chance di riscatto, se avverrà nei termini e nelle condizioni migliori. I luoghi del mondo presi in considerazione nel rapporto sono il Regno del Bhutan, in Asia, a nord dell’India e confinante con il Tibet, la Cina, primo tra i paesi del mondo ad essere colpito dal virus, la Repubblica della Costa d’Avorio, stato dell’Africa Occidentale, l’Egitto, il Laos, piccolo stato del sud est asiatico e il Vietnam.
In ciascuno di questi paesi l’UNICEF sta collaborando con le autorità locali per rendere la riapertura un evento sicuro ed efficace.
In Bhutan, dove gli studenti sono rientrati a scuola a inizio luglio, l’apporto dell’organizzazione mondiale è stato quello di garantire lo sviluppo di linee guida e il rispetto assoluto delle misure di distanziamento e igiene. Nello Stato asiatico la riapertura è avvenuta gradualmente, partendo dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado.
In Cina l’UNICEF ha attivato la campagna Safe School Return Campaign, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, per fornire idee pratiche a tutti per aiutare i bambini a tornare a scuola in sicurezza. Il team che porta avanti la campagna sostiene che le buone pratiche igieniche, il mantenimento della distanza sociale e il monitoraggio dei sintomi sono tutte misure importanti che devono continuare. Dobbiamo anche assicurarci che i bambini non vengano stigmatizzati se loro o i loro familiari si sono ammalati o se si sono recati nelle zone colpite. Tutti i bambini devono poter tornare in un ambiente sicuro e solidale e ha invitato studenti, insegnanti e genitori a rendersi partecipi e collaborativi, distribuendo loro materiali utili in formato video e poster nelle scuole di tutto il Paese, da condividere con i familiari, gli amici, i colleghi e naturalmente i bambini.
In Costa d’Avorio, dove le scuole ha riaperto le porte in modo graduale già dalla metà di maggio, l’UNICEF collabora con il Ministero dell’Istruzione nel realizzare misure di supporto alle famiglie e alle autorità locali, che in questo momento hanno sospeso precauzionalmente le lezioni fino a settembre.
In Egitto l’UNICEF sostiene il Ministero dell’Istruzione nello sviluppo di linee guida per la riapertura sicura delle scuole, collaborando alla disinfezione in 360 scuole nei governatorati di Minia e Fayoum per aiutare a proteggere 338.259 bambini.
Dopo la chiusura di due mesi di scuola nella Repubblica Democratica Popolare del Laos e senza che da oltre un mese non siano stati segnalati nuovi casi, il Ministero dell’Istruzione ha emanato una guida per la riapertura graduale di scuole sicure per le scuole. L’UNICEF ha sostenuto il Ministero dell’Istruzione nello sviluppo di un piano di risposta COVID-19 e ha partecipato a una campagna di ritorno a scuola rivolta a genitori, insegnanti e studenti. Nell’ambito della campagna, sono stati distribuiti poster in tutte le scuole del Paese e messaggi sui media digitali e tradizionali.
Infine, per quanto riguarda il Viet Nam, dopo una lunga pausa dal festival del Capodanno lunare di fine gennaio, oltre 22 milioni di studenti vietnamiti hanno iniziato a tornare a scuola. Per poter riaprire le scuole, hanno dovuto rispettare una lista di standard di sicurezza stabiliti dal Ministero dell’Istruzione e della Formazione, per prevenire la diffusione delle infezioni. Tra questi, l’igiene ambientale e alimentare, gli strumenti medici e igienico-sanitari (come termometri e sapone), i controlli della temperatura, l’uso della maschera e l’appropriato allontanamento in classe. Con il supporto dell’UNICEF, tutte le 43.966 scuole a livello nazionale hanno implementato protocolli di sicurezza scolastica per aiutare gli studenti e gli insegnanti a tornare a scuola.
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