Sono due le questioni su cui l’ADI (Associazione docenti italiani) ha deciso di intervenire scrivendo direttamente al Ministro.
La prima riguarda la riapertura delle graduatorie ad esaurimento prevista da un emendamento approvato alla Camera. La seconda attiene la procedura concorsuale per il reclutamento dei dirigenti scolastici.
Sulle riapertura delle GAE l’Associazione presieduta da Alessandra Cenerini non ha dubbi: “E’ una cosa vergognosa, uno schiaffo al merito professionale e più in generale alla qualità della scuola”.
“In commissione bilancio – denuncia l’ADI – un manipolo di parlamentari pavidi ha pugnalato di nuovo alle spalle il corpo straziato della scuola”.
“Ma dove sta il ministro? – si chiede retoricamente l’Associazione – Dove sta il governo? L’istruzione non c’entra niente con la “crescita”? Contano sicuramente di più nuove forme di reclutamento dei taxisti che nuove forme di reclutamento degli insegnanti”.
E non manca la polemica anche con il responsabile scuola del PD Giovanni Bachelet che aveva dichiarato: “L’emendamento si limita a garantire, prima dell’entrata in vigore del nuovo TFA, pari opportunità ai titolari di abilitazione all’insegnamento, evitando che categorie come gli insegnanti di strumento musicale o i laureati in scienze della formazione primaria siano tagliati fuori da una normativa irrazionale”.
Il timore dell’ADI è che anche altre categorie di insegnanti possano sentirsi tagliati fuori in modo ingiustificato e a quel punto si dovrebbe riaprire un’altra volta le graduatorie.
Sulla seconda questione l’Associazione mette in evidenza il silenzio assoluto del Ministero: “Al MIUR nessuno parla, nessuno sa niente, se chiedi ti rimbalzano da un ufficio all’altro. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato dell’11 gennaio u. s. che butta pesanti ombre sul concorso a dirigente scolastico, il MIUR tace, non entra nel merito, incapace di assumersi, una volta tanto, le proprie responsabilità”.
”Coloro che per questo concorso studiano da anni – conclude l’ADI – hanno il diritto di avere una parola decisiva da parte del Ministro, anche se è stato estraneo alla fase precedente. Dal proprio Ministro, non da altri, la scuola italiana ha diritto di avere risposte”.
Il fatto è che ormai la questione è nelle mani della giustizia amministrativa ed è difficile che il Ministero si esponga prima che vengano rese note le decisioni del TAR Lazio, attese peraltro per i prossimi giorni.
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