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Riapertura scuole a rischio se il virus aumenta, Ricciardi non ha dubbi: la mascherina non deroga alla distanza

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Mentre il Governo si compatta sulla riapertura delle scuole e la ministra Lucia Azzolina conferma che riapriranno senza dubbio il 14 settembre senza alcun rinvio, gli scienziati continuano ad avere seri dubbi per via dell’aumento costante dei contagi: a confermare che non vi sono certezze sul ritorno a scuola è stato e che non basterà in ogni caso la mascherina a rientrare in sicurezza, Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente del ministero della salute.

Tutto dipende dalla circolazione del virus

Le prossime elezioni e anche la riapertura delle scuole, ha detto giovedì 20 agosto Ricciardi durante la trasmissione, Agorà Estate, su Rai 3, possono “essere a rischio”: soprattutto, ha specificato, “se la circolazione del virus riaumenta”.

Inoltre, Ricciardi ha insistito sulla distribuzione degli studenti: se collocati in spazi in cui possano mantenere la distanza di sicurezza è necessario trovare aree aggiuntive, ha detto, perchè non può esser sostituita dall’uso della mascherina. Se ci saranno “deroghe verranno fatte solo temporaneamente”. Le deroghe, in attesa dei banchi monoposto, sono state comunque previste dallo stesso Cts, come riportato nel verbale del Comitato emesso il 12 agosto scorso.

La mascherina non può derogare al distanziamento

“Non si può sopperire con la mascherina alla mancanza di distanza di sicurezza. Bisognerà – ha sottolineato Ricciardi – fare uno sforzo addizionale per mettere a disposizione delle scuole degli spazi in cui distribuire gli studenti” e questo andrà fatto “non solo attraverso gli enti locali, ma anche, parrocchie e teatri. E comunque, anche mantenendo la distanza di sicurezza tra i banchi, bisogna far indossare agli studenti la mascherina nel momento in cui, muovendosi, la distanza venga allentata. Nelle more che questo possa esser garantito. le deroghe verranno fatte solo temporaneamente. Non si può derogare alla distanza di sicurezza”, ha concluso il docente della Cattolica.

La querelle delle elezioni del 20 settembre

Il docente della Cattolica ha espresso il suo parere in merito alla possibilità di poter svolgere le elezioni nelle scuole nonostante il trend dei contagi da corona virus si in rialzo.

Proprio sul problema del voto per il referendum e per il rinnovo di alcuni consigli regionali o comunali, in programma il 20 e 21 settembre, si è espresso il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, segretario del Pd, a margine di una iniziativa a Roma.

Zingaretti: non perdere un’ora di lezione

“Sulla scuola – ha detto Zingaretti – rinnovo l’appello al governo: mobilitazione generale di tutte le forze affinché non si perda neanche un’ora di lezione. Già è un problema, e io non l’ho condiviso, aver costruito un calendario che imporrà a molti istituti di essere chiusi per il referendum. Non do giudizi ma affermo e faccio un appello alla coerenza”.

Per il numero uno del Pd, inoltre, “scuole sicure significa fare i test, scuole che devono riaprire significa garantirlo al 100 per cento. Il recovery fund e i piani del governo dovranno avere i giovani come cuore del progetto politico dell’Italia”.

Aprea: in che mani siamo?

Intanto, sulla ripresa scolastica l’opposizione si mobilita: “in che mani siamo? Dove è il Presidente del Consiglio? Intervenga il Presidente della Repubblica che ha storicamente a cuore l’istruzione e la crescita formativa dei giovani”, scrive Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro che giudica “sconcertante apprendere dai comunicati ufficiali della giornata di ieri che rispetto alle modalità di riapertura delle scuole rimane ferma, almeno per ora, la data di inizio delle lezioni fissata per il 14 settembre, mentre per tutto il resto (prevalenza del calendario regionale o nazionale, fornitura banchi, spazi aggiuntivi e alternativi, organici straordinari, procedure sanitarie di prevenzione e di intervento in caso di contagio) si continua a navigare a vista”.

Gelmini: si partirà nel peggiore dei modi

“Mi auguro che la scuola inizi ma, purtroppo, inizierà nel peggiore dei modi, senza certezze per le famiglie. Questa è una responsabilità non solo del ministro Azzolina ma di tutto il Governo”, incalza la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini.

“Non ci sono certezze sugli orari, scaglionati d’ingresso e d’uscita – ha osservato – i banchi arriveranno in ritardo, i concorsi sono stati banditi a ottobre quindi non si garantisce la continuità didattica. Il distanziamento è fallito perché ha prevalso l’ideologia: non c’è stata quella collaborazione con le scuole paritarie che poteva garantire nuovi spazi per effettuare il distanziamento e quindi garantire la salute dei ragazzi”.

Salvini: manca un ministro

Secondo il leader della Lega Matteo Salvini “il governo è così accecato dal potere che Conte, Pd e 5 Stelle discutono di poltrone e alleanze alle Regionali anziché di scuola: famiglie, insegnanti e presidi sono in rivolta per l’assenza di certezze. Mancano banchi, aule e insegnanti, ma soprattutto manca un ministro. Questo governo mette in pericolo l’Italia”.