Dopo il braccialetto hi-tech, da tenere al polso di alunni e docenti, in vista del rientro in classe arriva anche il ciondolo anti-Covid per mantenere il distanziamento minimo di un metro imposto dal Cts in assenza di mascherina: realizzato in Sicilia, il dispositivo può essere indossato dagli studenti, dai più piccoli agli adolescenti, durante le lezioni e a ricreazione con lo scopo di garantire protezione individuale, distanziamento sociale, tracciabilità dei contatti e monitoraggio ambientale.
Avvisa anche l’altro alunno
L’utilizzo del particolare ciondolo è molto semplice, spiegano i produttori: “al superamento della distanza di sicurezza il dispositivo può emettere segnali luminosi, sonori e vibrazioni, secondo le preferenze, in modo da avvisare chi lo indossa della prossimità ad un altro compagno. Allo stesso tempo anche l’altro studente viene avvisato indipendentemente”.
Il particolare device può essere indossato dagli studenti come ciondolo, utilizzato agganciandolo ad un cordoncino come badge/pass, collegato ad una cintura o riposto in una tasca.
Il ciondolo anti Covid è prodotto dall’azienda ‘Volcanic School’, azienda specializzata in sistemi di controllo visivo e dispositivi multi-sensori evoluti per ambiti industriali.
Una versione anche per gli ospedali
Oltre a Volcanic School è stato creato Volcanic Health, pensato con un ulteriore funzione per la salute di chi frequenta o lavora negli ospedali. La salute dei lavoratori e l’operatività degli impianti dipendono anche dall’igiene di aria e ambienti.
“A questo scopo – continuano i produttori . il dispositivo é dotato di appositi sensori capaci di monitorare la qualità dell’aria, mentre l’infrastruttura puó interagire con dispositivi di sanificazione degli ambienti (ozonizzatori, purificatori al plasma, aspiratori, etc.) che si attivano automaticamente al bisogno”.
I dispositivi possono funzionare autonomamente, la realizzazione di una infrastruttura aziendale di rilevazione non è essenziale per le funzionalità di mantenimento delle distanze, al fine di contenere i costi di avvio e ridurre i tempi di implementazione. L’utilizzo di una infrastruttura di hot-spot più o meno diffusi per esempio in ospedale può essere aggiunta, se necessario, in una seconda fase e consente di localizzare con precisione i luoghi nei quali avvengono i contatti o gli eventi/incidenti gestiti dal sistema, senza invadere comunque la privacy dell’utente.
L’utilizzo delle informazioni sensibili
Le informazioni sensibili vengono infatti cifrate e tenute separate dai dati relativi ai contatti ed agli eventi rilevati dal VPD. Questi ultimi vengono raccolti in un database anonimo che in caso di contagio può essere sbloccato e collegato, per i soggetti interessati, a un nominativo. A quel punto è possibile procedere alla ricostruzione minuziosa della catena dei contatti.
È possibile, inoltre, integrare l’infrastruttura con hot- spot intelligenti, dotati di sensori di visione per il conteggio di persone ad esempio in spazi confinati o in ambienti con ricircolo d’aria, dove potrebbe essere necessario limitare o monitorare il numero di persone presenti indipendentemente dal mantenimento o meno della distanza di sicurezza.
“Utile al monitoraggio”
“C’è grande entusiasmo per la proposta innovativa di Volcanic Forge, in grado di accompagnare – ha detto Dario Bruneo, coordinatore del progetto – l’uso dei nuovi dispositivi attraverso una soluzione efficace ed innovativa in tema di prevenzione e tutela della salute pubblica che realizzeranno di fatto una rete capillare ed intelligente, con la quale sarà possibile tenere sotto monitoraggio aree scolastiche e sanitarie, creando ambienti più sicuri”.