“Solo per la ripartenza di settembre abbiamo stanziato oltre 2,9 miliardi. Una cifra non banale. Nessun altro Paese europeo ha messo tante risorse sul capitolo ripartenza. E se consideriamo le risorse mobilitate da quando ho giurato come Ministra, a gennaio, parliamo di circa 7 miliardi che rappresentano, e credo che su questo davvero non si possa che essere tutti d’accordo, un segnale inequivocabile”: parla di forti investimenti la ministra Lucia Azzolina nel corso dell’audizione tenuta l’8 settembre al Senato.
Ad una manciata di giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, Azzolina tiene a dire che “la stagione dei tagli è stata archiviata. La Scuola torna al centro di investimenti. Puntiamo ad essere un Paese in cui l’Istruzione possa essere davvero motore di sviluppo, innovazione, ascensore sociale per i capaci e meritevoli, come sancito dall’articolo 34 della nostra Costituzione. L’Italia non deve essere più ‘fanalino di coda’ delle classifiche internazionali, ma protagonista nel panorama dell’Istruzione globale”.
Non dimentica nessuno la ministra dell’Istruzione: “In queste settimane tutto il mondo della scuola e delle Istituzioni coinvolte si è mobilitato per raggiungere l’obiettivo della riapertura, attraverso le sue diverse diramazioni: Il ministero dell’Istruzione, l’amministrazione ministeriale, centrale e periferica, i dirigenti delle nostre scuole, gli enti locali, le organizzazioni sindacali, le associazioni di studentesse e studenti e genitori”.
“C’è stato il massimo sforzo da parte di tutti – sostiene la titolare del MI – per il conseguimento di un risultato che riguarda il Paese intero. Il confronto è stato sempre serio, franco. Le opinioni sono state anche divergenti. Ma questo è il sale della democrazia”, ha tenuto a dire.
“Credo che queste settimane – ha continuato la ministra – abbiano rappresentato un interessante laboratorio dal punto di vista istituzionale: i diversi livelli, dagli enti territoriali, fino al ministero dell’istruzione, hanno rafforzato un dialogo che spesso è mancato in passato”.
La responsabile del dicastero dell’Istruzione ha quindi ringraziato “tutte e tutti coloro che si sono spesi in queste settimane, a livello centrale e periferico, per ottenere la ripresa di settembre, mettendo da parte pause, vacanze, esigenze personali nel nome e per il bene della scuola”.
Azzolina ha ringraziato tutti, “a partire da quei dirigenti scolastici e quei docenti che anche ora, mentre si svolge questa informativa, stanno adoperandosi per le loro studentesse e i loro studenti”.
“La scuola ha fatto squadra, lavorando compatta e dimostrando abnegazione e spirito di sacrificio, per il bene di tutti e tutte. È qualcosa che non dobbiamo dimenticare come Paese”, ha detto ancora Azzolina.
La ‘grillina’ ha quindi tenuto a dire che “il Governo in questi mesi ha sempre lavorato nell’ottica di valorizzare e ascoltare il contributo di tutti, rispondendo e dando sostanza ad un mandato parlamentare chiaro: far ripartire l’attività delle scuole in sicurezza”.
Nei prossimi mesi, probabilmente in primavera, sono in arrivo anche ingenti fondi dal Recovery Fund: è una grossa somma, oltre 200 miliardi, che in parte andrà all’Istruzione e all’Università, la quale secondo la ministra consente oggi “di guardare al futuro del Paese con visione e speranza. Abbiamo l’occasione storica di farlo, rimettendo al centro la scuola. Un’opportunità irripetibile che dovremo saper sfruttare, con la collaborazione di tutti”.
Grazie ai fondi Ue l’Italia potrà ancora “investire nell’edilizia scolastica, per un Piano pluriennale destinato ad ammodernare gli edifici scolastici già esistenti e a costruire dei nuovi, per la creazione di ambienti innovativi di apprendimento. Lavoreremo per la riduzione del numero di alunni per classe”.
E ancora: “Non possiamo più permetterci classi sovraffollate, volgarmente dette classi pollaio. Dovrà essere varato un piano di formazione del personale scolastico in grado di assicurare qualità e innovazione”.
Azzolina reputa che “la sospensione delle attività didattiche in presenza ha rappresentato, per tutto il Governo, una scelta dolorosa e difficile. Anche in questo caso, non una scelta solitaria, ma ben ponderata e diretta alla tutela dell’interesse collettivo”.
“Si è trattato, però, di un atto necessario, indispensabile per fronteggiare il diffondersi della pandemia. Gli scenari forniti dal Comitato Tecnico Scientifico erano chiari: lasciare i nostri ragazzi e le nostre ragazze, unitamente a tutto il personale, a scuola avrebbe rappresentato un grave rischio per la salute nazionale. Abbiamo seguito una linea di prudenza, che ha consentito di salvare decine di migliaia di vite”.
La ministra sostiene che Governo e Ministero si è mosso “con responsabilità, nell’esclusivo interesse delle cittadine e dei cittadini. Ed è con lo stesso senso di responsabilità che oggi siamo chiamati ad affrontare il rientro a scuola”.
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