Utilizzare gli spazi aperti e recuperare il legame col territorio. È questo il monito del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi a pochi giorni dal rientro in presenza degli studenti. Ne ha parlato a ‘TgCom24’:
“Dall’anno scorso a quest’anno è stato fatto molto. Il governo precedente aveva dato 400 milioni per gli interventi leggeri e sono stati utilizzati tutti. Quello che è dentro al Piano nazionale di rilancio è qualcosa di più: è il ridisegno del nostro patrimonio educativo, bisogna ripensare agli spazi educativi. Ci sono molte risorse, quasi 1 miliardo per scuole nuove, 4,5 miliardi per il ridisegno delle scuole.
Lezione all’aperto? “Lo avevamo detto già da tempo, la scuola deve utilizzare tutti gli spazi, non solo all’aperto ma anche ritornare a scoprire il territorio, i musei, i tanti luoghi dell’imparare, non solo per adesso ma anche dopo la pandemia dovrà essere una scuola molto più aperta e presente sul territorio, su questo stiamo lavorando tantissimo. In questi mesi di formazione a distanza, le scuole sono state aperte”.
“A me dispiace sempre vedere aule con 27-28 studenti – spiega Bianchi – bisogna andare su modalità educative molto più articolate e ridurre la numerosità delle classi. Nella situazione specifica dobbiamo gestire non solo la sicurezza all’interno della scuola, abbiamo aggiunto 150 milioni per l’ampliamento dell’offerta didattica, ma dobbiamo garantire la sicurezza anche al di fuori delle scuole”.
Uno dei temi caldi è quello dei trasporti, che il Ministro conferma essere un punto importante: “Ne discutiamo continuamente, stiamo raggiungendo quest’obiettivo del 100% nel momento in cui stiamo aprendo ad altre attività. Anche nel confronto europeo abbiamo visto che la nostra gestione non è stata peggiore di altri. Aprendo altre attività, vanno ad accumularsi sul sistema dei trasporti, non solo i ragazzi che incidono per il 15-20%. dobbiamo tener conto che è un processo che riguarda non solo le scuole. I territori sono differenziati, alcune situazioni riescono a gestire meglio questo passaggio, sui grandi centri si stanno concentrando grandi pressioni. Sono stati immessi molti mezzi nuovi, in molti centri minori gli scuolabus per i più piccoli funzionano molto bene”.
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