A poche ore dalla riapertura delle scuole, mentre si dibatte sui problemi che verranno affrontati, non sono pochi i genitori che considerano un’alternativa al rientro in classe contraddistinto dai metri buccali, distanziamenti, mascherine e quant’altro. Infatti, mai come in questo periodo pare esserci grande attenzione verso l’homeschooling, ovvero l’istruzione parentale o istruzione domiciliare.
A pochi giorni dal suono della campanella, tra il 6 e il 10 settembre l’istruzione domiciliare o parentale conquista con 100 punti su 100 la prima posizione tra gli argomenti correlati di categoria in Italia più ricercati sul web. E la scuola diciamo tradizionale? In seconda posizione con 13 punti su 100, seguita dalle query, cioè ricerche, su ‘educazione‘ con 4/100. Sono i dati Google trends durante il coronavirus visionati dall’Adnkronos.
Il decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 (TU delle disposizioni legislative in materia di istruzione), art. 111, comma 2 stabilisce che: “i genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità.”
Il Decreto Legislativo 25 aprile 2005, n.76, art. 1, comma 4: Le famiglie che – al fine di garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione – intendano provvedere in proprio alla istruzione dei minori soggetti all’obbligo, devono, dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli”. Pertanto, la scuola non esercita un potere di autorizzazione in senso stretto, ma un semplice accertamento della sussistenza dei requisiti tecnici ed economici.”
Sono alcuni riferimenti normativi che regolano l’istruzione domiciliare o parentale.
Già durante il lokcdown, secondo i trend di Google, vi erano stati dei picchi di interesse: tra l‘8 e il 14 marzo (26/100) e tra il 22 e il 28 marzo (30/100). In seguito, tra il 31 maggio e il 6 giugno (44/100).
A quanto risulta da questi dati, sembra che la regione che ha mostrato maggiore interesse di ricerca è il Trentino Alto Adige (100/100), seguito dall’Umbria (62/100); dal Veneto (58/100) e dalla Liguria (54/100). Calabria, Basilicata e Molise sono invece le tre regioni non attratte dal tema (0/100).
Già è in vigore da alcuni anni l’istruzione parentale in Italia ma a fare da battistrada ci sono i Paesi esteri: Australia, Stati Uniti e il Regno Unito sono nazioni dove l’homeschooling è già molto diffuso.
In Italia l’istruzione parentale ha rappresentato fino ad oggi una nicchia: nell’anno scolastico 2014/15 erano meno di mille gli studenti di primaria e secondaria i cui familiari avevano optato per questa tipologia di percorso e nel 2016/7 circa 1.300. Negli ultimi anni si conferma la stessa tendenza fino all’inizio di questo anno.
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