“Autonomia scolastica ridotta a “fai da te”, terzo settore visto come “riempitivo”, fascia 0-3 anni del tutto dimenticata. È quello che vediamo nella bozza di linee guida per la riapertura delle scuole, che oggi il Ministero dell’Istruzione discuterà con le Regioni in Conferenza unificata. Una bozza di Piano che desta in noi sconcerto e preoccupazione”.
Così si è espressa Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, in merito alla riavvio dell’a.s. 2020/2021.
“Il documento, pur riaffermando alcuni principi importanti come l’autonomia scolastica, il coinvolgimento del territorio, la corresponsabilità educativa, li declina in modo approssimativo e riduzionistico. L’autonomia scolastica è ridotta ad una sorta di “fai da te”. Occorrerebbe potenziarla invece con risorse ad hoc, riconoscendo che le scuole non hanno tutte gli stessi mezzi e potenzialità e i territori, soprattutto nelle aree interne del paese, hanno caratteristiche molto differenti; occorre potenziare il cosiddetto personale dell’autonomia in modo differenziato o acquisire nuove risorse umane, a seconda delle necessità specifiche”.
Cittadinanzattiva si esprime anche in merito al coinvolgimento del territorio e si dichiara favorevole ai Patti territoriali di comunità, non solo per la fase emergenziale, “ma a condizione che ciò significhi allargamento delle opportunità, rafforzamento del ruolo della comunità educante, non sostituzione o arretramento delle funzioni a cui la scuola è chiamata a rispondere. Il terzo settore non sembra, invece, chiamato a svolgere un ruolo di sussidiarietà inteso come ampliamento e arricchimento dell’offerta formativa quanto ad assolvere ad una funzione di riempitivo, un po’ sorvegliante, un po’ intrattenitore con responsabilità pari a quelle dei docenti“.
Infine, Cittadinanzattiva rileva anche un grande assente nel documento: la fascia dei bambini 0-3 che dal 2015 fa parte a tutti gli effetti del sistema di istruzione. “Ignorati. Per questa fascia di età la ripresa si prospetta ancora più problematica anche perché rischia da una parte di far esplodere l’offerta del privato e dall’altra di avere una ricaduta ancor più pesante sulla famiglia e sulle donne in particolare”.
Per queste ragioni, l’Associazione si augura che, in sede di Conferenza unificata e anche attraverso l’interlocuzione della Rete di Reti con il Presidente del Consiglio (Iniziativa EducAzioni – i 5 passi per ripartire), si possa arrivare a:
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