Da oggi, lunedì 26 aprile, riaprono gran parte delle attività, nelle zone gialle ed arancioni, come stabilito dal governo Draghi. Contrari a questa decisione, continuano a essere alcuni esperti in materia di Covid.
Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale ‘Sacco’ di Milano, mantiene la sua linea, portata avanti da tempo. In un’intervista a ‘La Nazione‘ il professore mantiene alta la guardia: “Negli Usa i contagi da Covid-19 sono di nuovo aumentati, dopo aver rilassato le misure di contenimento e nonostante siano avanti con le vaccinazioni. Questa storia che calano durante la bella stagione è un mito da sfatare. Questo 25 aprile è stato emblematico, ho visto tanti assembramenti per strada – dichiara Galli – le grosse concentrazioni all’aperto danno grossi problemi. Siamo ancora a livelli molto alti, i numeri, per quanto calati, sono probabilmente la metà di quelli veri.
“Certe aperture, dal punto di vista epidemiologico, sono una delle tante cose che non so se riusciremo a poterci permettere”. Secondo Galli la situazione non sarebbe affatto più serena: “Le città sono piene di gente a passeggio con o senza mascherina , questo libero tutti è stato eccessivo, probabilmente ne pagheremo le conseguenze. Io mi auguro di avere torto. Ma ricevo continue segnalazioni di nuovi focolai. In ospedale a breve ci verrà chiesto di riaprire i reparti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il microbiologo dell’università di Padova Andrea Crisanti che ha rilasciato alcune dichiarazioni alla ‘Gazzetta del Mezzogiorno‘: “Se apro tutto come si pensa che la gente possa usare precauzioni. Non ci sono le condizioni per una apertura in sicurezza, come l’Inghilterra – spiega il professore – si presenterà un rischio legato all’elevato numero di casi positivi che ci sono ogni giorno”.
Sulla scuola Crisanti è chiaro: “Non siamo ancora in grado di identificare, all’interno, un rischio o rischi specifici. Qualsiasi decisione è presa senza sufficienti informazioni scientifiche. Con la Dad si limitano i contagi a condizione che le scuole siano tutte chiuse. Se si lascia l’iniziativa libera alle persone è un altro discorso”.
Crisanti conclude con l’aspetto legato all’arrivo della bella stagione: “Non bisogna fare paragoni con l’estate 2020, sarà una stagione completamente diversa, con maggiore trasmissione dei contagi. Ma c’è un’altra partita doppia e essenziale da giocare, quella di vaccinare più persone possibili e tentare di bloccare l’ingresso dall’estero in Italia di nuove varianti resistenti al vaccino”.