Le raccomandazioni ministeriali sulla DID specificano quali orientamenti dovrebbero seguire gli insegnanti nella valutazione degli studenti nell’ambito della didattica a distanza. Dunque come valutare gli alunni?
Innanzitutto, naturalmente, è bene distinguere tra Didattica integrata digitale e didattica a distanza. Infatti laddove la didattica integrata digitale è tale perché integra, per l’appunto, ai momenti a distanza (fondati sul digitale) anche quelli in presenza, la didattica a distanza è quella parte di didattica integrata interamente svolta sulle piattaforme digitali. Perché ci serve chiarire? Perché è ovvio che qualora la didattica a distanza fosse solo un momento della didattica integrata digitale, sarebbe ovvio destinare la verifica degli apprendimenti alla didattica in presenza. E dunque in questo caso nulla cambierebbe rispetto alle normali procedure adoperate dai docenti per valutare i propri alunni.
Diverso è il caso in cui la didattica a distanza divenisse esclusiva, per un nuovo lockdown, ad esempio, o relativamente a un alunno fragile per il quale la didattica a distanza esclusiva fosse la scelta più prudente da compiere. Ecco, per entrambe queste ipotesi, il ministero suggerisce: la valutazione deve essere costante, garantire trasparenza e tempestività e assicurare feedback continui sulla base dei quali regolare il processo di insegnamento/apprendimento.
In altre parole, la didattica a distanza comporta che i docenti monitorino continuamente gli esiti dei processi di apprendimento, molto più che nella didattica in presenza. Piccoli interventi di valutazione ma continui (e metodicamente salvati su archivi dedicati), perché non è pensabile affidare il monitoraggio di un quadrimestre a due o tre feedback a distanza o a due o tre prodotti. In un contesto simile il processo ha una valenza di molto superiore al prodotto.
In proposito riportiamo un interessante stralcio delle linee guida sulla DDI: La valutazione formativa tiene conto della qualità dei processi attivati, della disponibilità ad apprendere, a lavorare in gruppo, dell’autonomia, della responsabilità personale e sociale e del processo di autovalutazione. In tal modo, la valutazione della dimensione oggettiva delle evidenze empiriche osservabili è integrata, anche attraverso l’uso di opportune rubriche e diari di bordo, da quella più propriamente formativa in grado di restituire una valutazione complessiva dello studente che apprende.
Appare evidente che per quanto gli obiettivi pedagogico-didattici rimangano gli stessi, l’approccio alla valutazione muta leggermente.
Per il resto, tutto resta com’è. Ai consigli di classe e ai singoli docenti la libertà massima di individuare gli strumenti docimologici migliori rispetto alle metodologie adoperate, nel rispetto, naturalmente dei criteri definiti e approvati dal Collegio docenti e inseriti nel Piano Triennale dell’Offerta formativa.
Scarica le linee guida ministeriali sulla DID
https://www.tecnicadellascuola.it/wp-content/uploads/2020/08/ALL.-A-_-Linee_Guida_DDI_.pdf
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