Il rientro in classe è previsto in Italia il 14 settembre, con le dovute differenze dettate da ogni singola Regione. Ma lo scenario di nuove chiusure non è escluso. Ecco perché la didattica a distanza potrebbe subentrare nuovamente.
Il Governo pone al centro dell’attenzione il tema della riapertura delle scuole. Anche il premier Conte, nella mattinata del 31 agosto ha pubblicato un tweet: “Ancora una volta l’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il coronavirus. Grazie al ministro @robersperanza oggi 53 Paesi si confrontano con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa oggi è la nostra priorità“.
Il presidente del Consiglio Conte si riferisce all’incontro che si è svolto con Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa, e, appunto, il ministro della Salute Roberto Speranza, che hanno co-presieduto il vertice virtuale del 31 agosto fra i 53 Stati membri della Regione europea. Incontro che aveva come focus proprio la sicurezza del rientro a scuola.
“E’ realistico prepararsi e fare piani per rendere disponibile la didattica online a integrazione dell’apprendimento in aula nel prossimo anno scolastico“, ha sottolineato Kluge, che ha spiegato nel dettaglio: “Ciò sarà necessario durante le chiusure temporanee – dicono Speranza e Kluge – può essere un’alternativa per bambini e insegnanti con condizioni di salute particolari, può essere necessario durante quarantene episodiche e può integrare l’apprendimento scolastico in circostanze in cui i bambini alternano la loro presenza a scuola” a periodi a casa “per rispettare le esigenze di distanziamento fisico nelle aule più piccole“.
“L’importante collegamento tra i settori della salute e dell’istruzione continuerà a crescere mentre navighiamo nella nuova realtà post Covid-19. Ci impegniamo a lavorare in tutti i settori per soddisfare le esigenze dei bambini”, concludono il loro intervento Speranza e Kluge.
In realtà come sappiamo, la didattica digitale integrata è stata contemplata dal Ministero dell’Istruzione, tanto da pubblicare delle linee guida.
Il documento in questione contiene indicazioni operative affinché ciascun Istituto scolastico possa dotarsi, capitalizzando l’esperienza maturata durante i mesi di chiusura, di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In particolare, il Piano per la DDI dovrà essere adottato nelle secondarie di secondo grado anche in previsione della possibile adozione, a settembre, della didattica digitale in modalità integrata con quella in presenza. Mentre dall’infanzia alla secondaria di primo grado, il Piano viene adottato affinché gli istituti siano pronti “qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”.
In fondo l’ipotesi di una nuova chiusura delle scuole non è poi così remota visti i contagi in aumento. Magari potrebbero esserci chiusure non generalizzate ma localizzate, ma l’aspetto è tutt’altro che di sfondo.
LINEE GUIDA DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
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