34 pagine di documento per la riapertura delle scuole a settembre con i finanziamenti disponibili per ogni istituto scolastico. Sono 38mila euro a istituto, in media, i fondi per adeguare gli edifici. Le norme, invece, sono troppo stringenti e poco chiare, dalla sanificazione all’acquisto di tablet. Poi ci sono le lezioni: le scuole con le nuove regole
saranno costrette a ridurre le ore di lezioni. I dirigenti chiedono più insegnanti.
“Ci chiedono di trovare da soli soluzioni che il ministero non ha”, segnala una dirigente a La Repubblica.
C’è il caso, ad esempio, di una dirigente di un istituto comprensivo di Roma: “Il ministero ci ha lasciati soli fin qui, lo ha fatto anche con la valutazione. Non ci scoraggiamo, però. La questione centrale è che faremo sì i doppi turni, ma dimezzeremo le ore di didattica. […] I nostri bambini non avranno, così, le competenze necessarie. Entro giugno elaboreremo un piano di rientro, ma servono quattro docenti in più per sezione e un’ordinanza che richiami dalle graduatorie un contingente di supplenti da utilizzare da settembre a dicembre”.
Un altro dirigente scolastico è ancora più duro: “Teatri e cinema non bastano e la didattica a distanza è la corazzata Potemkin della scuola italiana. Non so come ne verremo fuori. Ha un senso portare l’ora a 40 minuti, ma questo Paese deve approntare un Piano Marshall per l’istruzione e avviare un’infornata straordinaria di docenti per un anno”.
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