Più volte ci siamo posti il problema di come comportarsi in presenza di un alunno che presenta sintomi da Coronavirus, ma che succede se un docente (o un altro membro del personale scolastico) presenta febbre sopra i 37,5° C o altro sintomo compatibile, di tipo respiratorio o altro? Le indicazioni operative ministeriali sono chiare a riguardo. La riapertura delle scuole comporta un protocollo preciso riguardo al docente con sintomi da Coronavirus.
Oltre a indossare la mascherina, l’operatore scolastico dovrà lasciare i locali scolastici e tornare immediatamente a casa. Per lui o lei nessuna aula Covid naturalmente, ma il ricorso rapido e tempestivo al medico di famiglia: sarà lui a valutare l’opportunità o meno di svolgere il test diagnostico, sulla base di tutto il quadro clinico che il docente o Ata presenterà al proprio medico. A quel punto, nel caso in cui il medico reputi necessario il test diagnostico, sarà sempre lo stesso medico a richiederlo e a informare il Dipartimento di prevenzione, responsabile dell’esecuzione del test.
Oltretutto gli operatori scolastici hanno una priorità quanto a esecuzione dei test diagnostici. Dunque per loro ci sarà una corsia preferenziale, data la criticità della questione scuola rispetto all’andamento della pandemia.
E se il test fosse negativo? In caso di una diversa patologia che nulla abbia a che fare col Covid, il medico di famiglia attesterà che il docente o il collaboratore potrà rientrare scuola subito dopo avere compiuto il percorso terapeutico indicatogli.
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