Caro Senatore Matteo Renzi,
in merito alle sue recenti esternazioni – che invitano i docenti a tornare a lavoro al pari dei netturbini e dei cassieri – vorrei sommessamente farle notare:
Caro Senatore Renzi, lei ha posto un falso problema, ma capisco: in questi giorni sparare addosso agli insegnanti sui social va di moda…
Sul fatto che le scuole debbano riaprire siamo tutti d’accordo, ma è indispensabile che riaprano in sicurezza. Una scuola è frequentata da un minimo di 600 alunni contemporaneamente, molti di più di quelli che può contenere una discoteca…
Al supermercato, o nei negozi, non sono presenti simultaneamente 700/800 studenti; tutti devono indossare la mascherina e, quando si toccano alimenti (frutta, verdura, ecc.), anche i guanti; se all’interno di un supermercato si raggiunge la presenza di un certo numero di persone, gli altri clienti aspettano in fila all’esterno il loro turno.
Capisce la differenza Senatore Renzi?
Aprire in sicurezza non è un problema che riguarda solo gli insegnanti, ma tutta la comunità: come lei sa gli studenti porteranno il virus, eventualmente contratto a scuola, nelle rispettive famiglie. Non esiste altro contesto aggregativo in grado di favorire la diffusione del virus come le scuole. E questo gli esperti lo sanno bene.
Comunque a nome di tutti gli insegnanti desidero ringraziarla per averci fatto capire con chiarezza qual è il difetto principale di una parte della nostra classe politica: l’incapacità di ascoltare. Sa, nella fase di approvazione della legge 107/2015, questo particolare a molti insegnanti – compreso chi le scrive – era sfuggito.
Giuseppe Iaconis
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