In Israele le scuole sono state riaperte, gradualmente, da maggio, ma i contagi da coronavirus sono aumentati.
Come segnalano il Manifesto e The Economist, focolai dell’infezione sono divampati in particolare in alcune scuole di Gerusalemme, Beersheva e di vari centri abitati del sud del paese. Quasi 25mila tra studenti e docenti sono stati messi in quarantena. La riapertura delle scuole, secondo alcuni osservatori locali, è stata troppo rapida.
La paura del contagio ha spinto diversi genitori a non mandare i figli a scuola nella speranza che il governo faccia marcia indietro e adotti misure adeguate.
Solo giovedì 11 si è arrivata alla chiusura di alcune scuole, 165 per l’esattezza, ma non del lockdown delle istituzioni scolastiche: c’è stato solo un inasprimento delle sanzioni per quanto riguarda le mancate misure di distanziamento (multe fino a 1000 euro) o per chi non indossa la mascherina (50 euro).
Primi commenti sull’argomento da parte dei politici italiani. Su Twitter, Andrea Romano, esponente del Partito Democratico afferma: “Da leggere la storia di come la frettolosa riapertura delle scuole in Israele sta avvicinando la seconda ondata del Coronavirus. Quindi cautela, cautela e cautela”.
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