Mentre è in corso la Conferenza delle regioni che dovrebbe portare alle nuove misure sulla quarantena, pare che il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia incontrato a Palazzo Chigi il commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, e i ministri dell’Istruzione e della Salute Patrizio Bianchi e Roberto Speranza.
Nel frattempo, le Regioni si stanno già organizzando per la ripartenza. Dopo la Calabria, anche la Sicilia ha deciso di posticipare il rientro in classe, fissato inizialmente per il 7 gennaio, al 10 gennaio. Lo ha deciso, d’intesa con il presidente della Regione Nello Musumeci e con il Dasoe dell’assessorato alla Salute, l’assessorato all’Istruzione e Formazione professionale della Regione Siciliana, in variazione a quanto previsto dal decreto assessoriale del 5 luglio scorso.
L’assessore Lagalla spiega: “Abbiamo preso questa decisione in seguito all’odierna riunione della Conferenza delle Regioni, in esito alla quale è emersa l’esigenza di acquisire uno specifico parere del Cts nazionale che, in relazione all’andamento della pandemia, sia in condizione di escludere una possibile ed eventuale ricaduta negativa sulla riapertura degli istituti scolastici”.
“Alla luce dell’attuale quadro epidemiologico – aggiunge – durante la riunione è stata fatta presente anche l’esigenza di una revisione delle procedure di tracciamento dei contatti scolastici, con particolare riferimento alle modalità di esecuzione dei controlli sanitari e di gestione delle quarantene. La Regione Siciliana, nel condividere la posizione dei rappresentanti regionali e in attesa del parere richiesto al Cts, ha perciò ritenuto di uniformare il proprio calendario didattico a quello delle altre regioni italiane”.
Il provvedimento riguarda, in Sicilia, le scuole di ogni ordine e grado, i corsi di formazione professionale in obbligo scolastico e le Fondazioni Its.
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