“Mentre la campagna di vaccinazione procede, è bene pensare alle riaperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi. Riapriremo la scuola in primis, appena la condizione epidemiologica lo permetterà. E cominceremo a riaprire almeno le scuole primaria e dell’infanzia subito dopo Pasqua anche nelle zone rosse.”
Queste le parole del premier Mario Draghi questa mattina in aula a Palazzo Madama. Un obiettivo, quello della riapertura, certamente legato ai dati dei contagi da qui a Pasqua. Numeri ancora ben poco confortanti (ieri 551 morti), ma che le restrizioni attuali e delle festività possono aiutare a farli calare. Come auspicava la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, si spera che alcune regioni possano passare dal rosso all’arancione. Questo favorirebbe la riapertura almeno delle scuole dell’infanzia e primarie.
Sulla riapertura delle scuole per i più piccoli convergono molte forze politiche, dal Pd con Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti della Commissione Istruzione alla Camera ai Cinquestelle col capogruppo in Commissione Cultura Gianluca Vacca. Anche Giorgia Meloni e il vicepresidente della Camera e deputato di FdI Fabio Rampelli chiedono la riapertura di asili e scuole, schierandosi con le famiglie dopo le manifestazioni di domenica scorsa.
Il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini annuncia che la Regione appena avrà i numeri riaprirà le scuole, come previsto dal Dpcm.
Meno ottimista la ministra dell’Università Cristina Messa che è scettica sulla ripresa delle lezioni in presenza dopo Pasqua negli atenei.
Una spinta per la riapertura della scuola che non ha lasciato indifferente neanche il Premier Draghi, che in diretta al Senato auspica proprio il ritorno in classe delle scuole dell’infanzia e di quelle primaria dopo Pasqua anche in zona rossa, come riferiamo in un articolo precedente.
Ancora nulla è deciso, ha precisato Speranza ieri sera a Cartabianca su Rai3, benché ci sia un fronte ampio, in maggioranza, che chiede la riapertura scuole a gran voce, con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che assicura che il governo ce la sta mettendo tutta: “Lavoriamo giorno e notte per poter riaprire”, ha detto incontrando Comuni e Province.
Gli aperturisti guardano alla Francia, in lockdown ma con le scuole aperte; mentre i rigoristi tirano in ballo la Germania, che alla crescita dei contagi e dei morti ha sacrificato anche le aule scolastiche. Il monitoraggio dei numeri e della situazione sarà serratissimo, spiegano fonti di governo, e guiderà le scelte che Draghi e i ministri saranno chiamati ad assumere nei prossimi giorni. Ma la voglia di riaprire c’è e non coinvolge solo le scuole.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…
Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…
Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…
La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…
Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…
Continuano le prese di posizione sulle parole pronunciate dal ministro Valditara in occasione della inaugurazione…