Atteso oggi, ma non si conosce ancora l’orario esatto, il nuovo Cdm dal quale verranno fuori le ultime disposizioni per il rientro in classe e le nuove quarantene. In fatto di scuola, le regioni spingono sull’ipotesi delle quarantene differenziate per età e quindi per grado di scuola. Il presidente Draghi, su questo tema, ha già incontrato i ministri Bianchi e Speranza e dunque supponiamo che la decisione sia già stata presa, sebbene il ministro Bianchi non abbia voluto rivelare nulla ai sindacati nell’incontro di eri 4 gennaio.
A quanto è possibile conoscere, l’orientamento sarebbe quello di prevedere regole più stringenti per la scuola dell’infanzia, dove – lo ricordiamo – non vi sono alunni vaccinati, né mascherine né tantomeno distanziamento. In questo grado di scuola, dunque, basterebbe un solo positivo per portare tutto il gruppo classe in quarantena.
Diversa la situazione per le scuole primarie e secondarie di primo grado (in relazione ai bambini sotto i 12 anni), dove con un caso positivo i compagni resterebbero in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing; con 2 o più casi, invece, scatterebbe la quarantena di 7 giorni con test antigenico o molecolare effettuato tra il 5° e il 7° giorno.
Infine per gli alunni dai 12 anni in su, quindi per le scuole secondarie di primo e secondo grado, in ragione di un maggiore numero di vaccinati si opterebbe per la misura della quarantena solo dai 3 casi in su, sebbene fonti Ansa parlino di 4 casi.
Altre ipotesi in ballo il super green pass per tutti i lavoratori e l’obbligo vaccinale per i soggetti fragili, i più a rischio, come gli over 60: sono 1,2 milioni gli italiani in questa fascia d’età ancora senza alcuna somministrazione e sono loro che spesso occupano le terapie intensive, determinando anche il cambio di colore delle regioni.
Il green pass rafforzato potrebbe essere esteso a tutti i lavoratori, pubblici e privati, come da richiesta di Forza Italia, oppure solo per i primi.
Tuttavia il super green pass per tutti i lavoratori non è un’ipotesi che affascina né i cinque stelle né il Pd, mentre la Lega si dice del tutto contraria. I leghisti non si opporrebbero invece all’obbligo di vaccino per le categorie fragili.
Ma la maggioranza si divide anche sullo smart working: ne hanno parlato a Palazzo Chigi Draghi e Brunetta, con quest’ultimo sempre inamovibile perché le norme consentono già un uso flessibile e non si può tornare al lockdown del 2020. La ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone, del gruppo a 5 stelle, sul tema ha dichiarato: “L’Italia è stato il Paese capofila nel mondo nel 2020, abbiamo reagito con precisione e tempestività. Il mondo del lavoro pubblico e quello privato hanno fatto un salto in avanti. Oggi Paesi come la Francia stanno puntando sullo smart working per contenere la corsa del virus, l’Italia cosa farà? Tornerà capofila o resterà al fondo a guardare?”
Il Cdm potrebbe essere preceduto da una cabina di regia politica perché nella maggioranza non vi è accordo unanime sulle misure. La linea del presidente del Consiglio è stata sempre quella di decidere sulla base dei dati. E i numeri, spinti dalla variante Omicron, fanno segnare giorno per giorno nuovi picchi per contagi e vittime (più morti dei 259 di ieri non si registravano dallo scorso 30 aprile). Ma il peggio dovrà ancora venire, visto che gli esperti prevedono un’ulteriore crescita del Covid nelle prossime settimane prima che si raggiunga il plateau. L’imperativo è quindi di raffreddare la curva.
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