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Riapertura scuole, ok per i pediatri: “Pochi rischi per i più piccoli”. Ma serve comunque cautela

Tenere gli alunni casa per il coronavirus, specie i più piccoli, riserva più aspetti negativi che positivi. E’ quanto si legge su uno studio di Science, riportato dal Corriere della Sera in merito alla riapertura delle scuole nel mondo.

Più benefici che rischi

Pediatri ed educatori del Regno Unito in una lettera aperta firmata da più di 1.500 membri del «Royal College of Paediatrics and Child Health», scrivono: «Continuare a tenere chiuse le scuole lascerebbe segni indelebili a un’intera generazione».

Per capire gli effetti delle riaperture delle scuole in alcuni paesi, Science ha studiato le riaperture del Sud Africa, Finlandia e Israele. Lo studio ha evidenziato che i bambini più piccoli raramente contraggono l’infezione e si contagiano l’un l’altro ed è ancora più raro che si portino il virus a casa al punto da infettare i familiari.

Questo vuol dire che tenere a casa i bambini potrebbe essere veramente inutile dati i pochi rischi che incontrerebbero andando a scuola regolarmente. Lo sostiene anche Otto Helve, un infettivologo pediatra della Finlandia che ha studiato a fondo il problema.

Mascherine e alunni positivi: che fare?

Principalmente pare che i bambini si infettino molto meno rispetto agli adulti. Ne consegue che gli alunni più piccoli “dovrebbero poter tornare a correre, giocare e divertirsi il più presto possibile, purché non siano in troppi in una classe sola, e per chi ha meno di 12 anni non c’è nemmeno bisogno di distanziamento”.

La mascherina è un problema ma risulta indispensabile, specie dai 12 anni in su: bisogna chiedere ai nostri alunni più grandi di utilizzarla nelle occasioni in cui è impossibile il distanziamento.

Su questo i Paesi adottano diverse misure: la Germania, si legge sul Corriere della Sera, è molto permissiva, agli studenti si chiede di portare la mascherina solo quando vanno in bagno o se sono in tanti vicini in una spazio piccolo (nei corridoi per esempio). In Austria niente mascherina, mentre in Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Svezia la mascherina la mette chi vuole e questo vale sia per gli studenti che per gli insegnanti.

Se un alunno risulta positivo? Beh, anche qui bisogna essere oculati: “C’è chi pensa che basti isolare chi è positivo e i suoi contatti, senza nemmeno bisogno di chiudere la classe, altri vorrebbero chiudere la scuola. Comunque, almeno nei Paesi meglio organizzati, quando si trova uno studente positivo si faranno i test a tutti inclusi quelli che non hanno sintomi e si organizzerà la quarantena per i positivi e per i loro contatti”.

Mantenere comunque alta l’attenzione

Insomma, anche se non esiste una riposta univoca, tendenzialmente secondo questo studio per gli alunni più piccoli forse si potrebbero allentare le maglie in quanto soggetti meno a rischio contagio. Tuttavia, resta sempre in piedi l’impianto di prevenzione nelle scuole che bisogna adottare necessariamente. Anche in vista di nuove ondate di Coronavirus da non escludere nei prossimi mesi.

 

 

Fabrizio De Angelis

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