Mancano meno di due settimane all’inizio delle lezioni ma il ritorno a scuola appare sempre più incerto. Infatti alcune Regioni si stanno muovendo per spostare l’avvio delle lezioni a dopo la tornata elettorale: quindi il 14 settembre potrebbe non essere la data per il rientro in classe per tutta Italia.
In realtà, di sicuro c’è la delibera della Regione Abruzzo: si partirà il 24 settembre. Poi ci sono gli istituti individuati seggio elettorale che potranno decidere se riaprire il 14 e richiudere per le elezioni e riprendere il 24 settembre. In quel caso potrebbe esserci il problema della doppia sanificazione, come abbiamo segnalato in precedenza.
Anche la Campania potrebbe posticipare al 24 la riapertura. Decisione che si apprenderà nelle prossime ore.
In Sicilia da un lato il Governatore Musumeci ha ribadito la data del 14, ma allo stesso tempo l’assessore Lagalla ha ipotizzato di sospendere le lezioni per le operazioni elettorali e poi riaprirle, con un evidente aggravio di costi per la necessità di dover sanificare gli ambienti due volte. Questo vale per le scuole sede di seggio elettorale, specifica l’assessore, le altre tuttavia possono chiederlo, decidendo in tutta autonomia: “Alla luce di esigenze particolari che potrebbero emergere nelle scuola, saranno autorizzati anche tutti gli altri istituti che ritengono necessario posticipare la partenza delle lezioni a quella data”.
In realtà il problema delle elezioni è minimo. Sono altri i temi che potrebbero portare ad uno slittamento del rientro in classe in diversi casi.
Infatti la Regione Lazio starebbe valutando di posticipare il rientro per motivi legati a diverse criticità. Come riporta in una nota Roberta Lombardi, capogruppo M5S alla Regione Lazio, “quando avremo un quadro ancora più chiaro delle misure effettive chiederò all’Assessore Di Berardino di rivalutare i tempi di una eventuale riapertura il 14 settembre – prosegue la capogruppo M5s Lazio – in vista delle operazioni di voto che comporteranno l’allestimento di seggi elettorali anche nelle scuole del Lazio, così come una riflessione sul reperimento di fondi aggiuntivi per la scuola secondaria, in modo da ridurre al minimo la necessità della didattica a distanza anche per i ragazzi degli istituti superiori o ulteriori fondi per i servizi di refezione e pulizia.”
“La prossima settimana la Regione di aggiornerà “sull’avanzamento degli interventi in vista della riapertura delle scuole, così come sul monitoraggio dell’efficacia delle azioni messe in campo dopo la riapertura“, prosegue Lombardi.
In effetti proprio nel Lazio i problemi non sono pochi: al momento mancherebbero quasi mille aule per la ripresa, 582 per le superiori. Numeri che, se confermati, potrebbero davvero far propendere ad una didattica a distanza più massiccia di quella prospettata.
Inoltre, abbiamo già riferito dei docenti supplenti da nominare in sovrannumero per affrontare il difficile anno scolastico successivo al lockdown, che proprio nel Lazio riguarderanno solo scuola dell’infanzia, primaria e medie. Nemmeno un insegnante in più arriverà alle superiori.
“Le superiori avranno tutto il personale non docente che gli serve ma non avranno docenti. Quindi se potranno dividere le classi allora lo faranno – ha Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio – altrimenti faranno didattica a distanza. Molte scuole organizzeranno la didattica a distanza a rotazione”.
Quindi, a ben vedere, la questione tornata elettorale è ben poca cosa. In alcuni territori ancora si vuole temporeggiare per capire al meglio le risorse che avranno le scuole realmente e partire quando si è davvero pronti.
E’ chiaro che le situazioni cambiano da territorio a territorio, ma non è da escludere che nei prossimi giorni anche altre Regioni possano decidere diversamente da quanto finora comunicato.
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