La Ministra dell’Istruzione ieri sera, a Sette Storie su Rai Uno, ha ribadito la sua posizione in merito ad un possibile rientro prima di Natale: “vale sempre la pena tornare a scuola, anche solo se per pochi giorni”.
Anche il Premier Conte, pur non sbilanciandosi, intervistato a Otto e mezzo su La7, ha dichiarato “cercheremo di riaprirle prima di Natale”, specificando che a dicembre, se ovviamente la curva dei contagi dovesse rallentare come sta accadendo ora, non ci saranno più zone rosse, ma solo arancioni e gialle.
Ma facciamo due conti: quante sono le giornate effettive di lezione?
Il Dpcm 3 novembre ha validità fino al 3 dicembre. Il 3 dicembre cade di giovedì, quindi anche se il nuovo Dpcm dovesse stabilire il rientro in classe per le scuole secondarie di II grado, si ritiene alquanto improbabile che ciò possa avvenire il 4 dicembre, cioè venerdì.
Il tutto dovrebbe dunque slittare al 7 dicembre, giornata in cui però, secondo le delibere della maggior parte delle Regioni, saranno sospese le lezioni, in quanto il giorno successivo è l’8 dicembre. Si rientrerebbe quindi a scuola il 9 dicembre, dopo il ponte dell’Immacolata.
Quindi, calendario alla mano, fino all’inizio delle vacanze natalizie (23 o 24 dicembre, a seconda delle delibere regionali), si tratterebbe di una decina di giorni di lezione effettivi (12 contando anche i sabati).
La Ministra ha comunque sempre parlato di “rientro graduale”, quindi si può ipotizzare che, ammesso sia possibile tornare in presenza prima di Natale, le decisioni potrebbero essere prese a livello di singole zone, escludendo quelle più a rischio. Oppure si può immaginare un rientro parziale, alternando percentuali più o meno alte di didattica a distanza alle attività in presenza.
Ovviamente siamo nel campo delle supposizioni. Prima del Dpcm di dicembre non possiamo fare altro.
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