“A favore della riapertura scuole per gli studenti delle superiori è necessario il massimo impegno istituzionale a prescindere dalle appartenenze politiche.” Lo afferma la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina al question time alla Camera, ma il suo intervento è duramente criticato da Rossano Sasso, esponente della Lega.
Rossano Sasso (Lega) accusa senza filtri la Ministra: “Gli italiani sono stanchi delle sue chiacchiere, lei ha fallito, è bocciata.” E fa riferimento alla carenza di impianti di aerazione, che, al contrario – afferma l’onorevole – il Dirigente D’Ambrosio (di cui abbiamo riferito in quanto contro di lui è nato un provvedimento disciplinare divenuto caso politico), ha dotato la propria scuola, rendendola Covid-free.
Un nome, quello di D’Ambrosio, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’, passato all’onore della cronaca in quanto, come riferiamo in un altro articolo, un procedimento disciplinare nei suoi confronti partì a seguito di una critica su Facebook fatta dal DS ai danni della Ministra.
La Ministra resta ferma sul tema della riapertura delle scuole e si difende con i numeri: Solo per la ripartenza di settembre abbiamo stanziato più di 3 miliardi. Si tratta di investimenti non una tantum, ma strutturali che, insieme a quanto stanziato nel corso dell’ultimo anno e nella legge di bilancio per il 2021, relegano definitivamente al passato la stagione dei tagli che, hanno confinato la scuola ai margini. I fondi previsti per la ripresa sono stati utilizzati, fra l’altro, per assumere organico aggiuntivo per l’emergenza, per l’affitto di spazi in più per la didattica e per il loro adeguamento da parte degli Enti locali, per i patti di comunità fra scuole ed Enti del territorio, per l’acquisto di arredi, mascherine, igienizzanti. Sono oltre 40.000 le aule in più ricavate. Tutti gli sforzi sono stati diretti, in linea con le indicazioni scientifiche, a consentire lo svolgimento dell’attività in presenza.
Onorevole Toccalini,
il Governo ha lavorato all’avvio dell’anno scolastico con un importante sforzo organizzativo e anche con una visione che guarda oltre l’emergenza, cercando di generare dalla risposta alla crisi delle opportunità di miglioramento e sviluppo, a partire dal rilancio degli investimenti per l’istruzione. Solo per la ripartenza di settembre abbiamo stanziato più di 3 miliardi.
Si tratta di investimenti non una tantum, ma strutturali che, insieme a quanto stanziato nel corso dell’ultimo anno e nella legge di bilancio per il 2021, relegano definitivamente al passato la stagione dei tagli che hanno confinato la scuola ai margini.
I fondi previsti per la ripresa sono stati utilizzati per assumere organico aggiuntivo per l’emergenza, per l’affitto di spazi in più per la didattica e per il loro adeguamento da parte degli Enti locali, per i patti di comunità fra scuole ed Enti del territorio, per l’acquisto di arredi, mascherine, igienizzanti. Sono oltre 40.000 le aule in più ricavate.
Tutti gli sforzi sono stati diretti, in linea con le indicazioni scientifiche, a consentire lo svolgimento dell’attività in presenza. Proprio grazie a tali interventi gli alunni e gli studenti delle scuole del primo ciclo hanno potuto, tranne in periodi e contesti limitati, fruire della didattica tradizionale in presenza.
Identica attenzione meritano gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, che erano già tornati a scuola nei primi mesi dell’anno scolastico. È necessario il massimo impegno per un loro rientro in classe, da parte di tutti, ad ogni livello politico e istituzionale, al di là delle singole appartenenze.
Pertanto, nel dPCM del 3 dicembre sono stati istituiti presso ciascuna prefettura tavoli di coordinamento, che hanno lavorato incessantemente per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, che sono stati rafforzati, e delle altre attività dei territori interessati, al fine di agevolare la frequenza scolastica.
Questi sforzi devono essere portati a termine. Dobbiamo continuare a lavorare, stimolando tutti al rispetto degli impegni assunti, affinché trovi applicazione, prima possibile, quanto già il 23 dicembre hanno unanimemente condiviso Governo, Regioni e Province autonome, Province, Città metropolitane e Comuni: la ripresa in sicurezza per tutti e l’eventuale ulteriore sospensione o limitazione delle attività didattiche in presenza solo come misura residuale. Questo è l’unico sforzo da intraprendere anche per superare il clima di incertezza che preoccupa scuole, ragazzi e famiglie.
La scuola è pronta per far sì che le aule si riempiano delle voci e degli sguardi degli alunni, favorendo il recupero di quella dimensione di socialità relazionale e comunicativa della cui importanza tutti oggi si rendono conto, non soltanto chi opera all’interno delle istituzioni scolastiche.
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