Le linee guida per il rientro a scuola a settembre, potrebbero anche risultare inutili o interrotte dopo pochissime settimane.
Si parla di ipotesi ma bisogna prestare attenzione perché la prospettiva non regala certezze.
Lo sappiamo infatti che sul fronte medico-scientifico si è aperto un dibattito sulla possibilità di un ritorno del coronavirus in forme pesanti: da un lato l’ottimismo di Zangrillo del San Raffaele di Milano, secondo il quale il peggio sarebbe alle spalle. Dall’altro lato la posizione di Crisanti dell’Università di Padova, che invece predica prudenza e soprattuto prevede uno scenario tutt’altro che facile in autunno. Intorno ad ottobre, spiega il medico, potrebbe aggravarsi nuovamente lo scenario epidemiologico. Che significa questo? Che davanti ad una prospettiva del genere bisogna seriamente considerare l’ipotesi che quanto scritto sulle linee guida potrebbe rivelarsi inutile per il ritorno a scuola.
Se aggiungiamo anche le dure dichiarazioni Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che addirittura prefigura uno scenario pessimistico (“Il peggio deve ancora arrivare”), appare chiaro che le ipotesi potrebbero diventare certezze.
A quanto pare, però, il Ministero dell’Istruzione starebbe pensando ad un piano di riserva per il ritorno a scuola. Anzi, delle linee guida di riserva. Secondo quanto riporta anche Italia Oggi, da Viale Trastevere starebbero predisponendo un piano organizzato per ricorrere alla didattica a distanza in caso di nuove chiusure.
E’ chiaro che il punto di partenza saranno i decreti-legge 18 e 22 già convertiti, che riguardano proprio le norme specifiche sulla didattica a distanza e sullo svolgimento delle attività connesse.
Ricordiamo fra i cardini di quei decreti, che la didattica a distanza è diventata obbligatoria durante la sospensione delle lezioni e lo smart working per gli ATA.
Tuttavia, quello che bisogna tenere a mente e che soprattutto potrebbe fare la differenza è il fatto che la didattica a distanza dovrà essere regolata tramite contratto collettivo nazionale.
Ancora su questo fronte non c’è alcuna novità ma è chiaro che, dopo le innumerevoli polemiche piovute addosso a Viale Trastevere fino a poche settimane fa, sarebbe proprio necessario agire in tal senso e fare le cose in maniera diversa.
Insomma, si intravede quello che avevamo prospettato in un precedente articolo un piano B per il rientro a settembre.
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