Il prossimo lunedì 10 gennaio, il governo ha deciso che le scuole dovranno riaprire in presenza, nonostante i dati del contagio siano veramente preoccupanti. Si registra, da più parti, una certa ansia per il rientro a scuola in un momento in cui la situazione epidemiologica è completamente fuori controllo.
Sembrano lontani i tempi in cui il Comitato Tecnico Scientifico scriveva che bisognava rispettare il distanziamento di almeno 1 metro di distanza fra le “rime buccali degli alunni”. Purtroppo le strutture scolastiche attuali e il numero di alunni frequentanti per classe, non consentono, almeno per il 50% dei casi, tale distanziamento. Insistere nella frequenza contemporanea del 100% degli studenti a scuola, non consente quindi il distanziamento previsto e fortemente consigliato dal CTS. La riapertura delle scuole il 10 gennaio 2022, con l’attuale situazione di contagio del covid e la mancanza del necessario distanziamento, sta creando una notevole ansia in molti docenti, ma anche negli studenti e le relative famiglie. Il governo Draghi ha di fatto ritenuto, opzionale, il distanziamento del metro tra le rime buccali degli alunni, ritenendo non necessaria questa norma di sicurezza all’interno delle aule scolastiche.
Durante l’entrata e l’uscita dalle scuole, si verificano degli assembramenti inevitabali. Scuole frequentate da oltre un migliaio di studenti, si ritrovano a non sapere gestire l’arrivo di così tanti studenti tutti insieme agli orari di entrata, stesso problema si verifica all’orario di uscita. Molte scuole, l’anno scolastico scorso, utilizzavano entrate e uscite scaglionate, ma adesso questi accorgimenti sono stati abbandonati.
La questione dei trasporti è ancora irrisolta, perché non esistono trasporti dedicati alla scuola che possano garantire il corretto distanziamento. Bisogna però dire che dal 10 gennaio prossimo, per poter usufruire del trasporto pubblico locale, sarà necessario per gli studenti e per tutti i passeggeri indossare una mascherina di tipo FFP2 ed essere in possesso del super green pass, che si ottiene con la vaccinazione o la guarigione dal Covid-19, in corso di validità. Tutto questo sarà difficile controllarlo, ma anche se fosse parzialmente controllato non sarebbe di garanzia per la sicurezza di chi sale in un mezzo pubblico. Andrà comunque verificata, alla prova del nove, cosa accadrà nei mezzi pubblici negli orari di punta.
Sono tanti i docenti che lamentano la scarsa igienizzazione delle classi, delle cattedre ad ogni cambio di ora, delle tastiere dei PC, delle lavagne interattive. Oltre la scarsa igienizzazione delle aule e dei laboratori, preoccupa anche la mancanza di aerazione dei locali scolastici dove soggiornano i pochi metri quadri e per 5 ore al giorno classi sovraffollate.
Esiste, inutile negarlo, l’ansia diffusa di docenti e ds per la ripresa delle attività didattiche dopo l’interruzione delle festività natalizie. Si tratta di un’ansia che poggia il suo essere sul buon senso e la razionalità, tanto che alcuni presidi, tra cui la dirigente scolastica Amanda Ferrario dell’ITE Tosi di Busto Arsizio (Varese), hanno fatto un appello per fare qualche settimana in DaD per scongiurare il peggio. La Ferrario dice di essere sempre stata critica sulla chiusura della scuola, di avere sempre ritenuto che fosse un baluardo importantissimo da salvaguardare. Ma oggi, oggettivamente, ritiene la ds del Tosi, vista la situazione dei contagi, non ci sono le condizioni di sicurezza per aprire. Non ci sono FFP2 per tutti, studenti e personale, non c’è personale a gestire la sorveglianza, figuriamoci il servizio. Tra non vaccinati e positivi, il personale a scuola è molto ridotto. I supplenti non ci sono e chi potrebbe accettare la supplenza non lo fa.
L’appello di questi dirigenti scolastici chiede un atto di coraggio al Governo Draghi per prendere atto di una situazione al limite dell’impossibile e mandare in DaD per qualche settimana tutti quanti, per poi riprendere non appena le condizioni lo consentiranno.
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