Il dibattito sulla misurazione della temperatura in vista del rientro scuola si fa più serrato, complice anche la decisione del Piemonte di introdurne l’obbligo per le scuole che ha scatenato molte polemiche, oltre alla presa di posizione della Ministra Azzolina, che non esclude di impugnare l’ordinanza piemontese.
Eppure la questione misurazione temperatura a scuola o a casa trova pareri contrastanti: da una parte scienziati come Crisanti ritengono che la temperatura debba essere misurata a scuola, con uno strumento unico: “Far misurare la febbre a 8 milioni di famiglie con termometri diversi, non è una procedura che porta alla chiarezza. Penso che si sarebbe dovuto misurare la temperatura a scuola con sistemi automatici ed efficienti che sono disponibili“, ha detto il virologo ad Agorà su Rai 3.
Contraria anche Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano: “Sono assolutamente contraria alla rilevazione della temperatura fatta in famiglia” ai bimbi che vanno a scuola.
Ma c’è chi la pensa diversamente. Ad esempio Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus, ritiene più efficace la misurazione della temperatura a casa. E spiega che ci sono tre buone ragioni: “per prima cosa, di base – sottolinea l’esperto all’AdnKronos Salute – questo si dovrebbe fare sempre, così da poter intercettare un eventuale malessere. E in questo periodo è opportuno fare ancora più attenzione“.
In secondo luogo, l’esperto spiega che “il rilevamento della temperatura a casa fa sì che il bambino febbricitante non entri in contatto contro nessun altro, compagni, insegnanti, altri adulti, evitando anche il rischio di assembramenti al momento della misurazione con i termoscanner“.
La terza ragione per cui, secondo Richeldi bisogna misurare la febbre a casa e non a scuola è legata alle risorse: “Dotare di termoscanner tutte le scuole per controllare uno per uno gli alunni comporta una spesa significativa, che è evitabile proprio attraverso il controllo a casa.”
Tuttavia, il membro del Comitato Tecnico Scientifico, spiega che sarebbe “opportuno avere un termometro ‘a pistola’, di quelli elettronici, nelle scuole per misurare la febbre agli alunni in caso di malessere“. Secondo Richeldi, infatti, la temperatura “si può alzare anche durante la giornata: lo scolaro arriva senza febbre e dopo qualche ora sta male“.
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